Momento di democrazia importante sabato 9 gennaio per il movimento calcistico dilettantistico a livello regionale. Alle 9 in prima convocazione e alle 10 in seconda convocazione, infatti, è in programma l’assemblea ordinaria elettiva, che dovrà individuare il nuovo vertice del Comitato regionale lombardo della Lega nazionale dilettanti della Figc.
L’appuntamento arriva dopo settimane di polemiche roventi, caratterizzate prima dalle dimissioni della maggior parte dei componenti del direttivo precedente, che è pertanto decaduto, poi dalla nomina come reggente di Antonello Cattelan e infine dal braccio di ferro inerente la possibilità che si limitasse la tornata alla sola scelta dei delegati a partecipare all’elezione del presidente federale.
Calcio: l’intervista a Carlo Tavecchio
L’ opzione è tramontata sulla scorta di un’istanza presentata da Carlo Tavecchio, uno dei due concorrenti alla presidenza del Crl, al Tribunale federale nazionale della Figc, che ha stabilito l’improcrastinabilità del voto anche per la presidenza stessa e per tutte le cariche previste, nonché in seguito le modalità per l’espressione delle singole preferenze, con l’assemblea che, come sempre lo stesso Tavecchio aveva invocato anche in un’intervista al Cittadino, si svolgerà da remoto, dopo le precedenti convocazioni in presenza inizialmente a Treviglio e successivamente a Brescia, città di Alberto Pasquali, competitor di Tavecchio, che per questo aveva lamentato una violazione della par condicio.
L’appuntamento è atteso con grande curiosità da addetti ai lavori e non, considerata l’ormai lunga fase di stallo che sta riguardando l’attività calcistica dilettantistica in Lombardia, all’origine di contestazioni in serie nei confronti della gestione della fase emergenziale prodotta dalla pandemia.
In gara vi sono Alberto Pasquali, bresciano, figura considerata vicina all’attuale presidente nazionale della Lnd Cosimo Sibilia, nel mirino quest’ultimo di molte società anche per non essersi opposto con efficacia alla legge Spadafora, che ha abolito il vincolo sportivo per i più giovani, sostituito da un premio di formazione, scatenando la reazione stizzita delle dirigenze, messe di fronte ad una riflessione sull’opportunità di continuare per questo ad investire o meno nei settori giovanili.
E Carlo Tavecchio, comasco di Ponte Lambro, già presidente federale, incarico da cui si dimise dopo la mancata qualificazione della nazionale azzurra ai mondiali di Russia nel 2018, che invece si propone come uomo di rottura nei confronti di una linea di conduzione emersa appunto come carente nei mesi della diffusione del Coronavirus e oggetto del malcontento di numerose società anche in Brianza, che mira tra l’altro a restituire un peso politico alla Lombardia nella stanza dei bottoni ed a concretizzare un federalismo economico, che porti in dote più autonomia di azione alle Regioni ed eviti che la Lombardia debba sobbarcarsi l’onere di mantenere mezza federazione.
E se è impossibile pronosticare come andrà a finire, quel che appare certo è che le urne indicheranno qual è il futuro che la base vuole per il calcio dilettantistico lombardo.