Al debutto, mercoledì della settimana scorsa in Champions League contro la Bc Lietkabelis, è arrivata la sconfitta, ma poi la sua squadra ha inanellato una vittoria contro il Bonn (90-87) che è valsa la qualificazione alla finale della Coppa di Germania contro l’Alba Berlino, un successo contro Anversa (82-78) in Champions League che ha aperto la strada ai play off della competizione e un successo a Jena (90-85). Il lissonese Federico Perego è da qualche giorno il nuovo allenatore del Brose Bamberg, società tedesca di basket che dopo aver esonerato il coach Ainars Bagatskis, ha affidato le redini del gruppo all’italiano, già assistente di coach Andrea Trinchieri dal 2014.
«Come sto? Come in una centrifuga di una lavatrice- raccontava a “il Cittadino” subito dopo la sua nomina- ricevuta la notizia ho perso il sonno completamente, soprattutto la prima sera, anche perché era abbastanza inaspettata. Nelle notti seguenti è partita una serie di miliardi di idee. Sicuramente è una responsabilità grande. Quando la tua società ti chiede di fare un passo in avanti per dare una mano, ti accolli una serie di responsabilità. Questo è il quinto anno che sono al Bamberg e, penso di sì, che sia stato uno dei motivi per i quali si siano rivolti a me». L’ambizione è forte. «Chiaramente l’ambizione di provarci in prima persona c’è sempre stata- afferma- rimane del tutto inaspettata la cosa. Non era programmato che succedesse e non so ancora se sarà una cosa a cui verrà dato seguito o no. Sono capo allenatore, ma lo sono per necessità e farò tutto il possibile per aiutare la società».
«Diciamo che c’è già un bersaglio da centrare- dichiara – in questo momento bisogna solo provare a migliorare, ma non è realistico fare obiettivi, onestamente; chiaramente quando c’è questo tipo di cambio qualcosa non funziona, conosco l’ambiente, so cosa ha fatto negli ultimi anni». Dalla Brianza, Perego è stato sommerso da messaggi di congratulazioni ed affetto.
«Ho avuto tra Lissone e Desio un quantitativo enorme di messaggi, da amici, ex giocatori, allenatori, chiaramente la cosa mi ha fatto estremamente piacere- spiega- mi hanno scritto gli amici Apl Lissone e Aurora Desio, persone con cui ho collaborato ad Omegna, Cantù, ex giocatori del Bamberg coi quali ho ancora un bel rapporto. La prima cosa che vorrei fare è quella di essere me stesso. Con tutti i limiti che avrò, non credo che cercare di imitare qualcun altro porterebbe frutti, sembrerei più un clown, poi chiaramente ho lavorato negli ultimi 10 anni con Andrea Trincheri e lui qualcosa mi ha trasmesso, e ho avuto la fortuna di lavorare con Luca Banchi. Onestamente mi piace pensare che da tutte le persone con cui ho lavorato ho preso qualcosa, partendo dal settore giovanile di Lissone e Desio». A certe vette, si pensa agli inizi. «Tanti messaggi mi hanno riportato a quando ero pulisci campo e semi custode nel palazzetto di via Caravaggio, a Lissone- ricorda- tengo ben presente da dove sono partito e i valori di quando ho iniziato. Ho avuto fortuna nel trovarmi bene ovunque sono stato. A Bamberg non ho mai sentito così tanta “saudage”, però chiaramente le mie origini italiane sono sempre molto forti. Mi trovo bene qui, mia moglie è con me in Germania dallo scorso anno. Qui apprezzano quando la gente lavora e si mostra per quello che è. In 5 anni ho instaurato ottimi rapporti all’interno della società, nello staff siamo molto uniti, c’è un bel clima e tutto viene più facile. In questi primi giorni sono tutti orientati ad aiutarmi, ed io…ho iniziato ad apprezzare un po’ di più la birra e mi alzo la mattina felice di quello che faccio».