«Sì, penso proprio di poterci stare anche a questi livelli». Niccolò De Vico, 23 anni, continua a non fermarsi. Non è al debutto in A1, visto che nei sette anni a Biella aveva già assaggiato la massima serie, ma senza dubbio quella di Reggio Emilia (in estate in passaggio da Biella) è una tappa importante, perché tra i grandi del basket italiano ci arriva da giocatore vero e non da giovane.
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«È una piazza importante, che ha disputato due finali scudetto negli ultimi 3 anni. In estate sono arrivati tanti giocatori, ricominciando dai giovani e scommettendo sugli americani. Sono stato fortunato: conoscevo già la città, ci vivono alcuni parenti e mi curo qua. Ero abituato bene a Biella, che dal punto organizzativo era un’ottima società, ma qui è ancora meglio».
E poi il campo. Le statistiche parlano di 14,5 minuti a partita e 16,3 in Eurocup. «Sono contento. Al primo anno in A1 in una squadra nuova e forte, non pensavo di avere a disposizione questo spazio, sono partito con i piedi per terra, d’altra parte l’anno scorso l’Eurocup me la guardavo in tv. Abbiamo avuto anche diversi infortuni, così mi capita di giocare tanto fuori ruolo, da “quattro”, cosa che non mi capitava neanche in A2».
La partenza in campionato è stata difficilissima, con sei sconfitte di fila: «Tra il gruppo rinnovato e i tanti infortuni, abbiamo avuto difficoltà, ma credo nella nostra ripresa. In campionato abbiamo regalato 4 punti facili, con i quali saremmo a quota playoff. In Eurocup abbiamo passato il turno, e stiamo giocando contro squadre con budget inimmaginabili e palazzetti da Eurolega».
In campionato la squadra è in crescita, con 5 vittorie nelle ultime 7 gare. Una, forse la più preziosa, firmata proprio da De Vico. A Venezia, sul campo dei campioni di Italia, una tripla a una ventina di secondi dalla fine ha dato il definitivo 66-68.
«Non ero il tiratore designato per quell’azione – spiega – ma era il mio tiro, anche se quest’anno sto tirando male. L’ho preso senza problemi, ero dentro la partita, in fiducia».
E, nonostante le assenze, è arrivata la vittoria, grazie anche ai suoi 10 punti (e ad un’altra tripla da metà campo) in 34 minuti. «Sto vedendo giocatori incredibili: ho marcato Lavrinovic, mi ha impressionato Jerrels per il talento offensive o Roberts, dell’Apoel Gerusalemme, per le doti atletiche pazzesche. In A1 la velocità di esecuzione e l’atletismo sono di un altro livello, ma sono contento di esserci e convinto di poterci restare».