Addestrati e in meditazione, l’arte dei ninja con il Ronin di Monza

Nella società monzese fondata nel 1972 ci sono 12 corsi differenti, il maestro Stefano Meneghello: "Qui si viene per studiare"
Il maestro Stefano Meneghello con i suoi atleti della Ronin Fabrizio Radaelli

Alla Ninjutsu Ninpo Dojo non c’è la possibilità di inseguire medaglie prestigiose, come per esempio in una disciplina come il judo, specialità ammessa alle Olimpiadi nel 1964. Non è contemplata, insomma, una dimensione agonistica. Qui, inoltre, non si insegna come picchiare. Il Ninjutsu è un’altra cosa.
Parola di Stefano Meneghello, 50enne istruttore di questa arte marziale alla Palestra Ronin. La società monzese di via Savonarola, fondata nel 1972, è una garanzia in questo settore. Ora offre 12 corsi differenti. Nel 1996 partecipò con due judoka, Donata Burgatta e Diego Brambilla, alle Olimpiadi di Atlanta. Un’operazione non facile, in un panorama sostanzialmente dominato da squadre espressione di corpi militari.

L’arte dei ninja a Monza con il Ronin, la storica società che portò due atleti alle Olimpiadi

L’offerta del Ronin comprende anche corsi di ninjutsu, tenuti appunto da Meneghello, nato a Sesto San Giovanni e residente a Bresso, istruttore dal 2007, impiegato di professione. Le lezioni si svolgono il martedì e il venerdì a partire dalle 20.30. “Qui – sottolinea – si viene per studiare. Per chi intende combattere, ci sono la boxe o la kick boxing. Ogni livello è propedeutico a quello successivo”.
Per chi ha fretta e magari vuole replicare le acrobazie aeree di Bruce Lee, dunque, questo non è il posto adatto. Il Ninjutsu, arte marziale che serve per la difesa personale, comprende anche tecniche di meditazione.

“Non si può indicare a priori – aggiunge – un tempo necessario per apprendere questa arte marziale. Dipende da persona a persona. Ho visto persone crescere molto rapidamente. Altre, invece, hanno avuto bisogno di maggior tempo. Conta più lo sviluppo personale dell’individuo, che quello fisico. Abbiamo cercato di prendere il meglio dalle diverse scuole”.

L’arte dei ninja al Ronin di Monza, allenamenti per il 90% a mani nude

L’arte marziale dei ninja, alle origini, consentiva alle spie e ai sabotatori di infiltrarsi in territorio nemico. In seguito c’è stata la specializzazione nel combattimento, necessario per uscire incolumi da situazioni pericolose. I cultori di questa disciplina utilizzano anche la spada, il bastone lungo, medio e corto, la catena. “Ma gli allenamenti – precisa Meneghello – per il 90% del tempo si svolgono a mani nude”. Questi corsi tenuti al Ronin sono seguiti da una quindicina di persone. Il più giovane ha 16 anni. Ci sono persone che, grazie alle lezioni, ora hanno maggiore sicurezza e meno timori. E c’è pure stato chi, grazie alle tecniche apprese in allenamento, ha trovato le contromisure a un grave rischio.

“Un ragazzo che ha seguito i nostri corsi, ora non più praticante – ricorda Meneghello – ci ha scritto su WhatsApp per raccontarci la brutta avvenuta che gli era capitata. Una macchina lo stava investendo, ma lui è riuscito a evitare l’urto eseguendo il rotolamento che aveva imparato in palestra. Un gesto che, probabilmente, gli ha salvato la vita.