Yamaha, lavoratori al Rally showMa Vale glissa. E scatta il sit-in

Yamaha, lavoratori al Rally showMa Vale glissa. E scatta il sit-in

Monza – Un corteo fino all’autodromo per far sentire la loro voce, un pomeriggio al freddo sotto la pioggia per attirare l’attenzione di Valentino Rossi. Ma il piano dei lavoratori Yamaha, licenziati dal prossimo 8 gennaio se non si apriranno spiragli nella trattativa, non è riuscito. Loro, un centinaio armati di fischietti, campanacci e striscioni, hanno colto al volo l’occasione del Rally Show 2009 per portare ancora più visibilità alla protesta. Lui, il campione di Tavullia, per scelta o per ordine di scuderia non è entrato nel merito della questione. E, alla fine, anche i più stoici hanno ceduto, liberando la tribuna riservata (e lasciata senza copertura dagli organizzatori) in fondo alla corsia dei box.

Durante la giornata Rossi ha pensato solo a correre, nella breve conferenza post-gara ha risposto solo a domande di carattere sportivo.
«Non ci ha degnati di uno sguardo – commentano le rsu – Ci siamo fatti sentire con i fischietti e abbiamo esposto gli striscioni, ma forse non siamo riusciti a sovrastare il rumore delle macchine. Ma Valentino deve aiutarci, perché è un ragazzo di trent’anni ed è un lavoratore Yamaha come noi».

Dopo la rottura delle trattative e la chiusura dell’azienda sul fronte della cassa integrazione («L’unico caso in cui, pur avendo tutti i requisiti, l’azienda preferisce non chiedere gli ammortizzatori sociali», dicono i lavoratori), la mobilitazione continua. Oggi, lunedì, sono ripresi i picchetti davanti ai cancelli di Gerno di Lesmo. Ed è previsto l’inizio di un sit-in nella hall d’ingresso dello stabilimento. I lavoratori occuperanno pacificamente la scalinata che porta agli uffici. Fino a quando non otterranno delle risposte.
Ch.Ped.