Seregno – C’è sempre un ufficio di Desio, in via Bramante da Urbino, anche dietro all’inchiesta che sta travolgendo il comune di Seregno. E’ l’ufficio di Paolo Vivacqua, l’imprenditore ucciso a colpi di pisola il 14 novembre del 2011. Nei cassetti e nella cassaforte di quell’ufficio i magistrati della Procura di Monza hanno trovato molti documenti interessanti, quelli che hanno fatto partire l’inchiesta Carate Nostra e ora la Seregnopoli che ha però sempre più i connotati di Seregno nostra, visti i personaggi coinvolti.
Anche in questo caso accanto a presunte mazzette per modificare la destinazione d’uso di aree ci sono tre nomi che ritornano in veste di indagati. Oltre a quello di Vivacqua, Felice Tagliabue, procacciatore d’affari giussanese imputato di concorso in corruzione per le vicende edilizie caratesi e di riciclaggio di denaro di Vivacqua, e Caruso Calogero Licata, 40 anni, di Muggiò, altro presunto prestanome dell’imprenditore ucciso, già arrestato per un presunto giro di fatture false per 200 milioni di euro.
A Seregno il principale indagato è Attilio Gavazzi, ex vicesindaco e assessore all’urbanistica seregnese, oltre che consigliere provinciale del Pdl. A Carate Maurizio Altobelli, capogruppo e consigliere comunale sempre del Pdl e ex presidente della commissione urbanistica.