Monza – “Mio padre era un uomo molto riservato, non mi parlava mai del suo lavoro, non posso sapere se c’era qualche problema che lo preoccupava. Il giorno di Santo Stefano, però, sono venuta a trovarlo a Vimercate e mi sembrava che stesse bene”.
Elena Campanini, primogenita dell’ingegnere, classe 1957, residente a Colorno, in provincia di Parma, ha descritto il suo rapporto con il padre come una relazione regolare. “Ci vedevamo ogni mese e mezzo -ha riferito- e qualche tempo fa sono andata in crociera con lui e Azucena per dare una mano. Gli piaceva viaggiare ma le navi non sono ben attrezzate per le persone in carrozzella. Il nuovo badante, un uomo, aveva risolto queste difficoltà”.
Il badante è Rajap Abdykalykov, originario del Kirghizistan, già sentito almeno due volte dal carabinieri. È lui che ha trovato i corpi, insieme alla segretaria. “Mi è sembrato una persona a posto”, ha commentato la donna, informando che “nei giorni precedenti non c’era perché doveva andare all’estero per qualche giorno per comprare delle auto”. Elena dice di non sapersi spiegare la tragedia né di sapere se davvero i due anziani fossero in procinto di sposarsi, però ricorda lei con un certo affetto, “tra trovavo simpatica”. Poco ha da dire sui due fratellastri, Laura e Aldo, 49 e 45 anni, nati dal matrimonio dell’ingegnere con la vimercatese Marisa Mazzoleni.
“Ho visto lei per la prima volta due anni fa -ha spiegato- e lui solo qualche volta di sfuggita”. Contatti quasi inesistenti dunque, tanto che Elena ha saputo dell’omicidio dalla stampa. “Non capisco perché almeno mio zio di San Donato non mi abbia avvisata -ha detto- scoprirlo così è stato brutto e non mi rendo ancora conto adesso di cosa sia successo”. La sorellastra Laura, residente a Milano, ha spiegato di non voler rilasciare dichiarazioni mentre dall’altro lato della famiglia la moglie di Aldo Campanini ha chiarito: “ora vogliamo lasciare che i carabinieri svolgano le indagini, poi magari ne parleremo. Questo è il nostro stile”.
Tre figli, una ex moglie e nessuno che mercoledì 4 gennaio si sia precipitato sul luogo del delitto, anche solo per capire cosa fosse successo. Per quanto sia impossibile interpretare le scelte altrui in assenza di una spiegazione diretta, il dato sembra comunque indicativo, in questo caso, di un quadro familiare poco ordinario. La figlia maggiore dei due cresciuti a Vimercate, Laura, pare non vedesse il padre da molto.
Il figlio Aldo, 45 anni, era suo socio ma non lo frequentava fuori dal contesto di lavoro. Qualche contatto in più c’era paradossalmente con la primogenita che abita più lontano, nel parmense, Elena, classe 1957. è lei che dà una spiegazione del perché i suoi due fratellastri non si siano presentati presso la villetta di via Adige: “i due figli non andavano d’accordo con il padre”. L’ha saputo dal padre stesso, perché Elena con i due fratellastri non si sentiva né vedeva mai. In questi giorni seguiti alla tragedia un contatto con la sorellastra è stato quasi obbligato. “Ci siamo sentite per telefono -ha spiegato Elena- per parlare del funerale. Io le ho dato carta bianca”.
I funerali non sembrano imminenti, le salme sono ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria, ma pare che anche la sola prospettiva abbia già scatenato qualche attrito familiare. Sembra che Laura e Aldo Campanini stiano litigando sulla cremazione o meno della salma del padre. È stato il 45enne a riconoscerla, mentre si è rifiutato di fare lo stesso per il cadavere della donna.
Valeria Pinoia