Vimercate – Il distretto hitech apre alle energie rinnovabili, con il fotovoltaico protagonista, settore in forte espansione anche in Brianza con circa duecento imprese nate e cresciute nel giro di pochi anni. L’organismo fortemente voluto e finanziato dall’ex Provincia di Milano (l’allora giunta Penati) e aggregato attorno a Vimercate, sua attuale sede, a poco più di due anni dalla sua istituzione cambia nome e sostanza: il baricentro si sposta sulla Provincia di Monza e Brianza; il bacino di riferimento si amplia ai 55 Comuni della Provincia; cresce il ruolo del mondo industriale conquistando la quota maggioritaria nel consiglio di amministrazione.

Per i primi di ottobre sarà operativo il nuovo Distretto green e high tech di Monza e Brianza. Le modifiche allo statuto in questi giorni saranno varate nelle aule dei Comuni del Vimercatese aderenti alla prima fondazione. La parola d’ordine è velocità. Il cambiamento prevede che la sede del distretto si sposti in via Tommaso Grossi a Monza, casa della Provincia, e che il consiglio d’amministrazione, con i suoi nove membri, conti quattro esponenti di Confindustria invece dei tre precedenti, due di Camera di Commercio che va dunque al raddoppio, un solo rappresentante dell’assemblea dei Comuni e non tre, scelto però tra i Comuni ‘storici’, e due referenti della Provincia invece di uno.

“Questo distretto avrà innanzitutto il compito di attrarre finanziamenti –ha detto l’assessore provinciale Fabrizio Sala- La Provincia farà la sua parte, ma i finanziamenti ai quali ci riferiamo sono quelli che giungono dai livelli superiori”, dunque regionali, nazionali ed europei. “La maggiore presenza di Confindustria si lega all’esigenza di dare rappresentanza anche alla componente green –ha detto Sala- Non si dimentichi che sono circa 240 i siti in bonifica attiva nei 55 Comuni”. Resta sul campo, irrisolta, l’originaria mission del distretto: la reindustrializzazione di ex Celestica e il rilancio della silicon valley vimercatese.
Anna Prada