Monza – Politici e mondo economico parlano con una sola voce: la Brianza deve restare autonoma. Lo hanno affermato mercoledì, durante il primo tavolo di lavoro convocato per definire la strategia con cui la Provincia dovrà tentare di difendere la propria autonomia. Il presidente Dario Allevi, con il sostegno di imprenditori, artigiani e sindacati, chiederà al Consiglio regionale delle autonomie una deroga ai criteri fissati dal Governo per la sopravvivenza degli enti intermedi.
Giovedì 20, accompagnato da alcuni amministratori locali e dal presidente della Camera di commercio Carlo Edoardo Valli, punterà sul peso economico della nostra area. La Brianza, infatti, primeggia in tutte le classifiche relative alla ricchezza prodotta. «Se consideriamo – ha spiegato – i 36 enti salvati, noi, con i nostri 25 miliardi di euro, ci attestiamo al quinto posto per Pil e, con 29.736 euro, saliamo al primo per Pil pro capite».
Siamo in vetta all’elenco anche per i depositi bancari con 11 miliardi e 500 milioni nel 2010, al dodicesimo posto per il totale delle imprese, al quinto per tasso di crescita e per l’interscambio commerciale. Guidiamo, inoltre, la classifica per aumento di abitanti dal 1951 a oggi con un incremento del 215% distaccando di gran lunga Cagliari, al secondo posto, che ha visto la propria popolazione compiere un balzo in avanti del 173%.
Cifre alla mano il presidente chiederà che i confini della Provincia rimangano immutati: «Se – ha però aggiunto – dovessimo aggregare altri territori il nuovo ente non sarà monzacentrico e manterrà i servizi per i cittadini dove sono ora». Vale a dire a Lecco ed, eventualmente, a Sondrio.
La Brianza, dunque, si muove anche se tra gli addetti ai lavori aumenta la convinzione che difficilmente il Governo completerà il riordino degli enti intermedi prima delle elezioni. «Non c’è fretta – ha commentato Valli – è comunque una grande coglionata salvare le province sulla base della superficie e non del Pil prodotto. Nel nostro Paese l’economia non conta più niente? La legge dei professori va cambiata».
«Lotteremo – gli ha fatto eco il presidente di Confindustria Renato Cerioli – contro ogni soluzione che danneggi il nostro territorio, uno dei primi in Europa». «Il Parlamento – ha assicurato la senatrice del Pd Daniela Mazzuconi – dirà la sua sulle funzioni assegnate alle province e sull’elezione diretta dei presidenti. Immagino che interverrà anche sui criteri per la definizione degli enti, aggiungendone altri: si dovrà pur tenere conto della complessità di governo di alcune aree ricche di imprese, come la Brianza».
Monica Bonalumi