Vimercate – Il progetto si chiama ”Le parole da dire” perché il tema, ovvero la difesa e la prevenzione delle molestie sessuali e degli abusi nei confronti dei bambini, non è certamente il più semplice da affrontare. Soprattutto quando si parla di persone giovani, giovanissime. A portare l’argomento tra i banchi delle scuole cittadine del primo e secondo circolo ci pensano l’assessorato alle Politiche educative, il Rotary Club Vimercate e l’Inner Wheel Club Merate-Vimercate.
Tramite lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche molto semplici, pensate appositamente per gli studenti di quinta elementare, l’iniziativa si pone un duplice obiettivo: da un lato aiutare i bambini a interpretare correttamente i comportamenti inadeguati a sfondo sessuale degli adulti e a reagire con efficacia, dall’altro insegnare loro a chiedere aiuto a una persona fidata. «Le parole da dire» si rivolge agli insegnanti, ai bambini e ai genitori, anche al di fuori delle mura scolastiche. Martedì 31 gennaio nell’auditorium della biblioteca di piazza Unità d’Italia (ore 20.45) si terrà una serata pubblica aperta a tutti. Nelle scuole vimercatesi l’iter seguirà due modalità differenti. Per quanto riguarda le cinque classi di quinta elementare del primo circolo, il progetto prevede il coinvolgimento diretto dei docenti che parteciperanno a incontri sul tema della prevenzione e risponderanno ad alcuni questionari; il lavoro diretto con i ragazzi, invece, riguarderà solo le sette classi di quinta elementare del secondo circolo.
«Questo progetto affronta con intelligenza e professionalità un tema importante e delicato – afferma Roberto Rampi, assessore alle Politiche educative -. Ma mostra anche come genitori, scuola e società cittadina possano e debbano sempre di più collaborare insieme. La scuola deve essere al centro delle nostre attenzioni e dei nostri investimenti perché di lì passa il nostro futuro». Ornella Convertino, psicologa-psicoterapeuta e autrice del progetto, sottolinea l’importanza e la delicatezza del tema: «Sono tantissime le persone, anche i bambini, che nel corso della loro vita vengono a contatto con richieste fisiche inadeguate, anche in luoghi normali e di uso quotidiano come i bagni di un ristorante, o una cabina-spogliatoio in spiaggia. E spesso è difficile comunicarlo, sia per chi subisce la molestia, sia per chi ha il dubbio e deve indagare per capire: ecco spiegato lo slogan ‘Le parole da dire’».
All’iniziativa parteciperà un’équipe di psicologi: tra questi Francesca Pirovano, laureanda all’università di Milano Bicocca, che ha deciso di dedicare la tesi proprio a questo tema, sperimentando i metodi di prevenzione nelle scuole di Vimercate.
Simone Pace