Monza – Le facce sono rassegnate. La radio, il cellulare (con l’auricolare ovviamente), due chiacchiere con il compagno di viaggio sono i diversivi. È la fotografia della colonna di auto che quotidianamente si forma lungo viale Cesare Battisti, dove le due corsie che provengono dal Rondò dei pini si immettono sul viale Regina Margherit. Lì il semaforo che consente la svolta a sinistra (verso Vedano per intenderci) o l’inversione (utilizzando la piccola svolta poco prima del semaforo) dura centocinquanta secondi. Due minuti e mezzo di attesa che consentono poi solo ai primi quattro, cinque se si è particolarmente scattanti di riflessi, di superare il semaforo. Per gli altri è di nuovo coda.
E la novità questa settimana si chiama chiusura delle scuole, che ha dato fiato al traffico. Martedì mattina, piazzati a bordo strada, abbiamo raccolto gli sfoghi e le segnalazioni degli automobilisti. «Percorro viale Cesare Battisti anche più volte al giorno – spiega Enrica Gnocchi – e ormai so che devo calcolare come minimo un quarto d’ora per arrivare al semaforo». La prendono con filosofia anche Barbara Fraciotto, contenta (e basta poco) dell’evidente calo di auto dovuto alla chiusura delle scuole e Alessandro Salvino che da soli dieci minuti tenta di svoltare verso piazza Citterio.
«Si vede che oggi c’è meno traffico – conferma Darix Zaneletti -. Solitamente impiego anche mezz’ora, arrivando da Muggiò, prima di riuscire a passare il semaforo davanti alla Villa reale ». Stesso trafficato tragitto anche per Alberto Ferrari. «È impossibile arrivare da Muggiò – spiega – il traffico è rallentatissimo e la colonna di auto si incaglia poi sulla rotonda davanti all’Auchan». I più pazienti sono i camionisti come Lamberto Angeli o Carlo Panzeri che arriva da Lecco, «costretto mio malgrado ad attraversare Monza quasi ogni giorno». Il problema infatti non è solo tra i viali Battisti e Regina Margherita, è la viabilità monzese in generale che è messa sotto accusa dagli automobilisti. «Ho seguito le indicazioni del navigatore da Milano a qui, ora non so più da che parte andare perché mi sono ritrovata nel bel mezzo di un cantiere», confessa Laura Filotto. «Il traffico che si registra su viale Battisti non è nulla rispetto agli ingorghi mostruosi che si creano tutti i giorni in viale Libertà o su viale delle Industrie, è impossibile percorrerli prima di mezzogiorno e dopo le quattro», spiega Giuseppe Uccelli. Senza dimenticare poi viale Lombardia e il quartiere Triante, «quello è davvero un incubo per gli automobilisti», aggiunge Sergio Cerutti.
L’incrocio tra via Romagna e via Risogimento è invece un ottimo punto d’osservazione per capire i disagi collegati ai lavori in viale Lombardia. Questo è il crocevia per monzesi che tornano a San Fruttuoso e per molti costretti a cercare strade alternative per uscire dalla città. Molti lo percorrono quotidianamente. «Si vive nel traffico a tutte le ore – dice Chiara De Palma, studentessa – l’incrocio tra via Romagna e San Fruttuoso è un incubo e anche pericoloso. Questa situazione è insostenibile. Io vivo a San Fruttuoso e ogni volta che mi sposto devo fare code». C’è chi avanza proposte come Cesare Maffioli, magazziniere: «Manca un vigile che sia presente e diriga il traffico durante la giornata. Per fortuna ho lo scooter e, appena il tempo si sistema lascerò la macchina a casa».
Un’esclamazione che vale mille parole: «Nà schifezza! Questi lavori sembrano sempre fermi» dice Bruno Azzani, pensionato. Per fare pochi chilometri i cittadini impiegano ore, come Maria Grazia Gaviraghi, casalinga: «Abito in via Cavallotti e per andare a San Fruttuoso, da mia mamma perdo mezz’ora, quando va bene». Anche chi viene da fuori esprime disappunto, come Giorgio da Bergamo. «C’è traffico ma, con la chiusura delle scuole la situazione è migliorata – continua Giochino Drago -. Purtroppo non ci sono altre strade alternative». Ecco il problema che emerge, l’alternativa è solo la coda in via Vittorio Veneto.
«Siamo stufi, i lavori sono troppi in tutta la città – dicono Claudio Molinaro e Giorgio Fusi, di Cinisello che lavorano per un catering – arrivare da Milano è un disastro. Non sappiamo più che strada fare». Una soluzione Giuditta Salvioni, educatrice l’ha trovata: «Per arrivare alla Taccona prendo la tangenzialina nord è meno trafficata e più comoda se arrivo da San Rocco. C’è sempre tanta gente in giro». Qualcuno è rassegnato come Oliviero Fratino: «Sono un agente di commercio e non ci faccio nemmeno più caso». Della stessa opinione Gabriele Nazari. «Vivo a San Fruttuoso e ogni volta tornare a casa è un’impresa – Roberto Longoni, pensionato – oramai sono rassegnato ci vorranno ancora un paio d’anni e poi questa tragedia dovrebbe concludersi». Oltre al traffico anche la strada non è in buone condizioni.
«E’ un caos non se ne può più – conclude Edoardo Loss, pensionato – oltre al traffico la strada è dissestata e molto pericolosa».
Alessandra Sala
Sarah Valtolina