Giorno 3 – Il trasloco
Sì, non è sbagliato il titolo: oggi mi sento come se avessi traslocato. Una faticaccia. Oggi giornata di viaggio, primo spostamento da Londra a Barcellona. E’ stata più devastante di ieri, sono a pezzi, non sono neppure uscito a mangiare, mi sono preso una pizza e me ne sono tornato in camera (non che non ci abbia provato ma da quanto ho capito oggi è giornata di coppe e non mi filava nessuno in nessun bar, tutti attaccati alla televisione – come è strana la gente, appena vedono qualcosa che le interessa non capiscono più nulla… certo: il bue che dà del cornuto all’asino).
Alle 11 ho lasciato l’hotel, potevo andare a farmi un giro di un paio d’ore prima di andare in aeroporto, ma la fermata della metropolitana era a circa un chilometro e non avevo le forze per fare avanti e indietro, quindi ho preso la mia valigia (che magicamente è passata da 13 kg di Milano a 17.30 – in compenso la mia carta di credito si è alleggerita) e mi sono incamminato verso la metro. Stop d’obbligo a fare colazione, muffin al limone con semi di papavero (detersivo dei piatti zuccherato) e mega caffè per darmi la sveglia.
Dopo di che ho preso il mio trenino (cavolo, la Piccadilly line è proprio bassa, mica ci stavo in piedi, e ovviamente era strapiena manco avessero dato l’obbligo di evacuare la città) e sono arrivato in aeroporto con tre ore di anticipo rispetto all’orario previsto di partenza. Vi ricordate George Clooney in “Tra le nuvole”? Ecco, io sono uguale (non fisicamente intendo e voi non prendetemi in giro… vi ricordate della mia autostima?). Ho imparato tutti i trucchi da quel film.
1) Fatti fare la carta “fedeltà” di tutte le compagnie aeree possibili immaginarie e riceverai un sacco di privilegi e risparmierai un sacco di tempo.
2) Ai controlli… mai mettersi dietro a famiglie con passeggini e bambini piccoli (troppo lenti), mai mettersi dietro a persone anziane (come minimo hanno qualche placca metallica inficcata nelle ossa e quindi suonano), mai mettersi dietro a persone con velo in testa (sicuramente verranno fermate per un controllo). Se proprio non trovi una corsia libera allora mettiti dietro agli orientali, meglio se giapponesi, loro sono super organizzati.
Seguendo questi consigli tempo tre minuti ed ero già all’interno dell’area per gli imbarchi. Che faccio? Ho ancora un po’ di sterline da finire. Ah, sì: io un’idea ce l’avrei… vado a mangiare (again). Voi non potete capire: mi sono preso un mega doppio hamburger con pollo alla griglia, doppio bacon, pomodoro, insalata, anelli di cipolla fritta (che ho prontamente tolto altrimenti a quest’ora mi sarebbe tornato su ancora il loro gradevole sapore) e patatine fritte. Con una buona birra ad accompagnare tutto, il tempo è trascorso in frettissima. Tempo di comprare le ultime cose ed era ora di imbarcarsi.
Ovviamente il gate era l’ultimo in fondo, rispetto a dove mi trovavo. Con la flemma di oggi e il gigantescopanino appena mangiato sono arrivato lì che quasi stavano chiudendo 🙂
Bene bene tutto puntuale… see come no. Appena imbarcati tutti il comandante fa un annuncio: “Il volo subirà un piccolo ritardo perché manca l’acqua nelle toilette”. Scusaaaaaaaaaaaaa? Questa non mi era mai capitata, va beh: sono il solito fortunato io. Comunque il piccolo ritardo si è tramutato in 40 minuti… e che hanno? I bagni per gli elefanti? 40 minuti di ritardo, 2 ore di volo, 30 minuti prima che arrivasse la mia valigia, 5 minuti per una sigaretta, 15 minuti di bus (tra attesa e viaggio) per arrivare dal terminal dove ero all’altro terminal, 10 minuti a piedi per arrivare alla stazione dei treni, 30 minuti di treno, 5 minuti di taxi (si potevo andare a piedi ma ero distrutto). Se li mettiamo insieme ai 15 minuti a piedi dall’hotel alla metropolitana, 30 minuti di metropolitana, le 3 ore di attesa in aeroporto questo viaggio è stato più lungo di un volo intercontinentale.
La storia infinita… l’Odissea… ma l’importante è che domani sarà un altro giorno grandioso.
Alessio