Seregno – Un fulmine a ciel sereno ha scosso l’ambiente politico seregnese all’indomani dell’ultima tornata elettorale e del deposito della proposta di piano di governo del territorio, avvenuto lunedì (ora il documento dovrà rimanere pubblicato per trenta giorni e per la sua discussione se ne riparlerà quindi dopo Pasqua). Giovedì scorso, infatti, sono state ufficializzate le dimissioni da massimo dirigente di Gelsia Ambiente di Dario Ghezzi, indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di tangenti in relazione ad interventi urbanistici a Cassano d’Adda, che in aprile aveva spinto il leghista Davide Boni, di cui era caposegreteria, a lasciare la guida del consiglio regionale lombardo.
La novità è stata confermata da Maurizio Bottoni, numero uno di Aeb. «Credo – ha spiegato il presidente dell’ex municipalizzata di via Palestro, socia di maggioranza del gruppo Gelsia – che decisive siano state la prostrazione e la stanchezza che l’operazione giudiziaria ha prodotto nell’interessato, costretto a vivere perennemente nei panni dell’indagato dall’inconcludenza della magistratura».
Nelle ultime settimane la figura di Ghezzi era però tornata sotto la luce dei riflettori, quando il consiglio di amministrazione di Gelsia Ambiente aveva ratificato l’assunzione per sei mesi di Samanta Macchi, un’assistente che lo sgravasse di alcune incombenze, selezionata attraverso l’agenzia del lavoro Synergie Italia. La circostanza ai più aveva fatto storcere il naso, considerati i precedenti percorsi comuni negli uffici del Pirellone: in consiglio comunale, le opposizioni erano tornate perciò a chiedere la sua revoca.
«Questa vicenda non c’entra nulla con le dimissioni – ha concluso Bottoni -: abbiamo verificato accuratamente, ma non è emersa alcuna irregolarità». Felice della piega degli eventi si è mostrato Mauro Ballabio, capogruppo consiliare del Partito democratico, che nel merito ha combattuto una lunga battaglia: «Era ora, meglio tardi che mai. Tuttavia, non posso non sottolineare per l’ennesima volta l’inerzia del sindaco Giacinto Mariani: fosse stato per lui, Ghezzi sarebbe rimasto al suo posto fino al termine del mandato e magari pure riconfermato».
In molti hanno comunque ricondotto le dimissioni ai nuovi equilibri all’interno della Lega Nord determinati dall’elezione a presidente della Regione Lombardia di Roberto Maroni, che avrebbero spazzato via le coperture politiche di cui l’ormai ex presidente di Gelsia Ambiente godeva, nonché all’intenzione del gruppo consiliare del Carroccio di votare a favore della già citata revoca.
Paolo Colzani