Tem, incubo per gli agricoltoriCampi tagliati in due dall’asfalto

La presa di posizione della Coldiretti è netta: la Tem avrà un impatto devastante sull'agricoltura lombarda. E metterà in serie pericolo l'esistenza di numerose aziende agricole, che avranno i campi da coltivare tagliati a metà.
Tem, incubo per gli agricoltoriCampi tagliati in due dall’asfalto

Agrate Brianza – Quasi duecento famiglie di agricoltori con il fiato sospeso per il via libera che il Cipe ha dato alla Tem, la nuova tangenziale esterna di Milano che collegherà l’A1 con l’A4 Milano-Venezia su un percorso di 32 chilometri fra Melegnano e Agrate Brianza (più altri 38 chilometri per le strade secondarie e 15 chilometri di viabilità esistente da potenziare). «Se il progetto rimane quello che ci hanno presentato – spiega Carlo Greco, Direttore della Coldiretti di Milano e Lodi – l’impatto sul territorio sarà fortissimo: con campi tagliati in due e problemi per la gestione delle colture e per la sopravvivenza stessa delle aziende agricole».

Fra Tem, Pedemontana, Brebemi e futura Toem (la gemella della Tem ma sul lato ovest di Milano) l’asfalto avanza senza sosta. Secondo l’ultimo rapporto del Politecnico di Milano dal 1999 al 2007 in Lombardia sono stati persi oltre 43 mila ettari di aree agricole, mentre ogni giorno vengono urbanizzati 117 mila metri quadrati. «Queste infrastrutture tolgono spazi verdi e vitali a tutti i cittadini e al territorio» dice Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti di Milano e Lodi. Con la Toem, ad esempio, sarà cancellata una produzione pari a 4 milioni di piatti di riso su un milione e mezzo di metri quadrati di territorio.

«Le strade sono importanti, ma bisogna mettere ordine, con regole che tutelino le aree coltivate e il territorio – spiega Greco – Senza la terra non finisce solo l’agricoltura, ma anche l’ambiente, lo sviluppo economico, la produzione di cibo, i servizi. E dopo cosa ci resta? Solo l’asfalto. Le valutazioni sull’impatto delle infrastrutture non possono essere certo fatte sulle carte, a tavolino, ma bisogna andare sul posto, azienda per azienda, e garantire i giusti indennizzi a chi lavora quei terreni destinati a essere cancellati per sempre».