Vimercate – Quasi due mesi fa l’annuncio choc di Alcatel Lucent, con la presentazione di un piano di ridimensionamento per il 2012 che in Italia prevede la riduzione dei costi per 500 milioni di euro e il taglio di quasi cinquecento posti di lavoro, 400 dei quali nel solo sito di via Trento. Nel mirino soprattutto il comparto di ricerca e sviluppo, quindi il futuro stesso dell’azienda in Italia, e la prospettiva di far migrare il settore verso gli Stati Uniti. La prossima settimana l’argomento torna all’ordine del giorno, con i sindacati intenzionati a ottenere la revisione della mannaia occupazionale e della connessa inevitabile dismissione di Alcatel in Italia.
“Sentiremo cosa ci dirà l’azienda”, ha dichiarato Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl Brianza. Qualche considerazione in più la spendono le rsu del sito cittadino. Dopo settimane di mobilitazione e di azioni, con il picco della protesta sfociato nello sciopero di tre giorni a metà febbraio, le rappresentanze sindacali unite martedì hanno diramato un comunicato dall’eloquente titolo, ‘Cosa bolle in pentola?’, a indicare sia la necessità di arrivare a una soluzione chiara che dia futuro alla produzione e all’occupazione sia la richiesta di coerenza e di serietà in questa fase così critica. In attesa della prossima riunione al Ministero, le rsu scrivono che intanto “in azienda succede un po’ di tutto e c’è molto fermento! Ci sono dirigenti che dicono ai loro team: ‘state tranquilli, i tagli riguarderanno le altre sedi, le sedi di Rieti e di Battipaglia’. Oppure ‘Tu stai tranquillo, sei in fondo alla listta?’ Invece di questi messaggi che non tranquillizzano nessuno, invitiamo i dirigenti ad impegnarsi di più per difendere e valorizzare quanto si fa in Alcatel-Lucent Italia, nel suo complesso, contrastando chi punta a distruggere questa realtà nel nostro Paese”.
Le rsu puntano l’indice contro le guerre interne, alimentate nel corso degli anni, region contro optics, ex Lucent contro ex Alcatel, sito contro sito, “sarebbe ora di smetterla”, mentre per il programma Grow recentemente presentato a Parigi, basato sulla riconversione e riallocazione delle professionalità nei siti europei, utile anche per riassorbire eventuali esuberi, “sarebbe opportuno che sia esplicitato a livello italiano di cosa si tratta e come si intende utilizzarlo nel quadro della riorganizzazione complessiva, piuttosto che invitare ad utilizzare lo strumento e poi dare messaggi contraddittori”. In conclusione le rsu si dichiarano convinte che la multinazionale debba chiarire la sua strategia, “dicendo almeno per una volta la stessa cosa ai lavoratori, al sindacato, al governo, ai clienti e agli azionisti. Una strategia credibile e un comportamento trasparente sono le premesse per un confronto costruttivo e per la ricerca di soluzioni vere, realizzabili e a lungo termine”.
Anna Prada