Giussano – Il direttore sanitario Giovanni Materia parla di «migliore funzionalità e ottimizzazione delle risorse» ma a Giussano c’è chi canta già il de profundis per l’ospedale. Materia ha scritto ai responsabili delle unità operative complesse, del pronto soccorso, ai coordinatori infermieristici e del servizio infermieristico tecnico riabilitativo per informarli che da lunedì scorso l’attività chirurgica del presidio è stata concentrata nella struttura di Carate.
Viceversa, a Giussano, di chirurgia non si fa più nulla. Questo, come si legge nella missiva del direttore medico, per rendere più funzionali i servizi. Così, l’area di degenza collocata al quinto piano del nosocomio caratese è stata adibita all’attività multidisciplinare di chirurgia, urologia e ginecologia.
Qui sono state concentrate le relative attività sia in regime di ricovero ordinario che di “week hospital”. Ma il punto di domanda riguarda Giussano. E, in particolar modo, il pronto soccorso. Se arriva un caso grave cosa succede? Ha senso un pronto soccorso senza la chirurgia? O si avvia a diventare un primo soccorso, una sorta di medicheria e niente più? Sono questi gli interrogativi che si rincorrono. Le indicazioni dell’azienda sono quelle di assicurare la presenza dello specialista chirurgo che potrà essere supportato in caso di necessità dal collega reperibile. In particolare, per le urgenze chirurgiche, dopo la stabilizzazione, si provvederà al trasferimento del paziente per il ricovero e l’eventuale intervento a Carate. Qualora i pazienti venissero giudicati non trasportabili dallo specialista anestesista e rianimatore verrà ricoverato nelle aree di degenza del Borella e si procederà al relativo intervento attivando, se necessario, l’equipe chirurgica reperibile per il presidio.
Se da un lato l’azienda usa toni rassicuranti, i rumors interni, invece, dicono di una grande preoccupazione sul futuro della struttura, una preoccupazione aggravata da alcune indiscrezioni dell’ultima ora che darebbero in fase di smantellamento (più o meno prossimo) anche del laboratorio analisi, fatto questo che, per dover di cronaca, non ha ancora trovato un riscontro ufficiale. Ripercorrendo poi gli ultimi mesi il Borella qualche momento non facile in effetti lo ha vissuto: a maggio dell’anno scorso Caltagirone aveva annunciato una riorganizzazione del presidio che avrebbe portato l’ortopedia a Carate e da Carate a Giussano la neonatologia.
Quindi, la dipartita, all’inizio di gennaio, del primario dell’ortopedia di Giussano Claudio Manzini, fiore all’occhiello dell’ospedale, con quasi tutto il proprio staff in una struttura privata. Quindi, nei fatti, lo smantellamento della chirurgia, fatto di cui è stato avvisato anche il 118. Segno forse che i pazienti giudicati gravi è meglio portarli subito altrove senza nemmeno passare dal pronto soccorso cittadino?
Federica Vernò