Seregno – All’ora del vespro inoltrato, martedì 29 maggio, è serenamente spirato il monaco benedettino olivetano dom Francesco Colzani, al secolo Luigi, 91 anni, nato a Giussano 2 febbraio 1921. Era monaco da 74 anni (1938) e ordinato sacerdote l’8 luglio 1945. Il sereno passaggio alla vita eterna è avvenuto nella casa di riposo del Piccolo Cottolengo di don Orione di via Verdi, dov’era stato accolto nell’ultimo tratto della sua lunga esistenza, in cui l’assistenza specialistica era garantita dalla presenza di medici ed infermieri.
La liturgia di suffragio è stata celebrata in abbazia San Benedetto, giovedì 31, alle 15, presieduta dal priore dom Leo Kiskinis assieme a tutti i suoi confratelli, alcuni dei quali giunti da altri monasteri, monsignor Silvano Motta e altri sacerdoti. La sua figura è stata ricordata all’omelia dal priore conventuale e anche dall’abate emerito dom Cattana. La salma riposa nel camposanto di Pajna di Giussano per espresso desiderio dei familiari. Dom Francesco lascia un ricordo molto sentito nei vari monasteri olivetani dove ha trascorso la sua vita come monaco e sacerdote.
Dopo alcuni anni trascorsi a Monte Oliveto Maggiore, era stato inviato in Brasile nella città di Ribeirao Preto, nello stato di San Paolo, dove accanto al monastero è annessa la grande parrocchia di Sant’Antonio, svolgendo un intenso lavoro pastorale. Nel 1964 rientrava in Italia destinato a Seregno come vice direttore dell’istituto san Giuseppe (già orfanatrofio) fino al 1970, per poi passare definitivamente nella comunità dell’abbazia dove ha sviluppato un’intensa attività apistica tradizionale tra i monaci, in tutti gli aspetti della meravigliosa vita delle api che ha illustrato a molte generazioni di scolari che giungevano all’apiario di via Lazzaretto.
In città era conosciuto come il “padre” delle api e il suo miele era particolarmente apprezzato per la genuinità del prodotto. Era rimasto molto legato agli ex allievi dell’istituto san Giuseppe che l’avevano scelto come loro padre spirituale fino a pochi giorni fa. E’ stato un monaco laborioso ma prima di tutto impegnato nella preghiera, nel servizio pastorale ai fedeli che frequentano l’abbazia.
Paolo Volonterio