Ricordo di Aligi Sassu: parlail figlio adottivo Vicente

Cento anni fa nasceva a Milano Aligi Sassu, un pittore che ha lasciato diverse opere in Brianza: da Desio a Seregno, da Giussano a Besana, sino a Monticello Brianza. Qui risiedette la famiglia, e fu la prima casa del figlio adottivo, Vicente Urbina. L'intervista
Ricordo di Aligi Sassu: parlail figlio adottivo Vicente

Besana – E’ un legame forte quello della Brianza con Aligi Sassu uno dei più grandi artisti italiani del ‘900 di cui martedì scorso 17 luglio ricorreva il centenario della nascita (morì nello stesso giorno e mese del 2000).
Un legame testimoniato da non poche opere di rilievo che il pittore e scultore milanese di nascita ha lasciato e disseminato da Desio a Seregno, da Giussano a Besana, sino a Monticello Brianza.

Ecco proprio Monticello, racconta il figlio adottivo Vicente Urbina Sassu (nipote della sorella della madre dell’artista) è stata la «culla» di una presenza tanto attiva e feconda.
«Papà ci arrivo nel 1967 perchè cercava un luogo per vivere la sua nuova storia d’amore con Maria Helenita Olivares, conosciuta dieci anni prima ad Albissola in Liguria. Su indicazione del prof. Carlo Turati, allora direttore della Mia di Monza, trovò una villa che una coppia di coniugi tedeschi stava vendendo. Vi si trasferì immediatamente e quella villa diventò una sorta di cenacolo culturale ed artistico frequentato dai suoi amici di Corrente, da Cassinari a Morlotti a Treccani, Migneco, Enzo Fabiani».

La villa di Monticello fu anche la prima dimora di Vicente, con Aligi e Helenita, che nel 1972 si erano nel frattempo sposati.
«Infatti io ci arrivai nel 1974, a 8 anni e a Monticello ho frequentato il resto delle scuole elementari e le medie. Vi restammo sino all’82 quando tornammo a Milano nella casa di via Brera. A Monticello papà era però molto legato tanto che vi aveva trasferito, nel locale cimitero dove poi sono rimaste, le spoglie della sua figlioletta Maria Antonietta nata nel ’41 e morta nel ’44 di meningite».

Il ricordo di quella casa brianzola è molto importante anche sul piano artistico, racconta ancora Vicente, che riporta anche le memorie di mamma Helenita partita per la Spagna (l’artista era molto legato anche a Maiorca, dove ha vissuto per lungo tempo) proprio mercoledì all’indomani di una significativa cerimonia di commemorazione a Milano da parte della Guardia di Finanza, di cui Sassu era «Appuntato d’onore».

«Quella casa aveva spazi molto grandi e in mansarda Aligi vi collocò il suo studio. Ma poi realizzò nel giardino il cubo di otto metri per nove di altezza con un grande lucernario dove poteva lavorare alle sue grandi opere. A Monticello infatti avviene la completa maturazione di Aligi Sassu da ceramista del periodo di Albissola a pittore e infine a scultore in particolare con i suoi lavori sul cavallo».

A ricordo degli anni trascorsi a Monticello restano l’affresco dell’abside e la via Crucis nella chiesa parrocchiale. «C’era stata anche una mezza idea – rammenta ancora Vicente – di realizzare una fondazione o un museo in Brianza e si era pensato a Villa Greppi così come al Monastero della misericordia di Missaglia».
Non se ne fece poi nulla, un vero peccato.
Luigi Losa