Rapinò una minorenne incintaTradito dal tatuaggio della gang

Si allunga l'ombra di una gang sulla rapina che un anno fa vide vittima una sedicenne incinta. I carabinieri di Brugherio hanno arrestato un 23enne ecuadoregno di Milano: è stato inchiodato dai tatuaggi.
Rapinò una minorenne incintaTradito dal tatuaggio della gang

Brugherio – Si allunga l’ombra di una gang sulla rapina che un anno fa vide vittima una sedicenne incinta di origine boliviana. La ragazza ha ottenuto giustizia la scorsa settimana, con l’ordine di custodia cautelare emesso dal tribunale di Monza e chiesto dai carabinieri locali, nei confronti di un 23enne ecuadoregno di Milano. Sono stati i tatuaggi a incastrarlo, quella sigla MS-13 impressa a pezzi sul petto e sui polsi. Un paio di lettere e una cifra che nascondono una realtà straniera degradata e inquietante alla quale probabilmente la banda del 23enne si ispira da lontano con incoscienza giovanile e predisposizione al crimine. La MS-13 o “Mara Salvatrucha” è nata negli anni ’80 in California da immigrati salvadoregni con lo scopo di difendere i connazionali dalle gang afroamericane e messicane. Fin dall’inizio si è contraddistinta per attività criminali come omicidi, furti, contrabbando e spaccio di droga, commercio di armi sul mercato nero.

Portava quella sigla il giovane che nel giugno 2010 prese a pugni una ragazza incinta e la minacciò di morte con un martello. Lei, 16 anni, brugherese studentessa, era alla fermata del bus a Cologno Monzese, da sola. Qui, il milanese ecuadoregno l’ha avvicinata e minacciata con un martello infilato nella tasca dei jeans. Le ha chiesto se appartenesse a qualche banda, ma la giovane ha risposto di non essere interessata a quel tipo di gruppi. Lui le ha sferrato un pugno e poi l’ha rapinata del telefono cellulare. Infine, prima di andarsene, l’ha avvertita «ti posso ammazzare, te e il tuo ragazzo».

La giovane è tornata a casa con il segno del pugno ancora evidente e con il padre ha raggiunto la caserma dei carabinieri di Brugherio per sporgere denuncia. Quando la procura ha delegato ai militari locali ulteriori approfondimenti, gli uomini di via Dante hanno trovato un appiglio investigativo. Quel tatuaggio, visto solo parzialmente dalla vittima, è stato messo in relazione con una serie di pregiudicati tutti di origine sudamericana e caratterizzati dalla stessa sigla: una M e una S sul petto, a destra e sinistra, un 1 su un polso e un 3 sull’altro.

Le foto segnaletiche, sottoposte alla minorenne ormai diventata madre, sono state sufficienti per inchiodare il colpevole. I carabinieri hanno ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare e martedì l’hanno notificata al 23enne che si trova già in carcere a San Vittore per il reato di stalking, commesso nei confronti della sua ex fidanzata. Per la rapina alla brugherese rischia una pena tra i 4anni e mezzo e i 20 anni. L’episodio, concluso con un arresto, lascia un velo di inquietudine se si considerano la spregiudicatezza e la gratuità dell’aggressione a una ragazza sola e per di più incinta.
Valeria Pinoia