«Raddoppiate o vogliamo i danni»Inceneritore di Desio nella bufera

Forno inceneritore di Desio, rispunta il progetto del "raddoppio": la società che si era aggiudicata il "project financing" dà un aut-aut alla Bea ipotizzando la richiesta di un maxirisarcimento nel caso in cui non vada in porto. La parola passa ai sindaci, chiamati al voto martedì.
«Raddoppiate o vogliamo i danni»Inceneritore di Desio nella bufera
L’impianto di termovalorizzazione di Desio

Desio – Sul forno inceneritore di via Agnesi si rimescolano le carte. Rispunta il progetto del “raddoppio” dell’impianto gestito dalla Bea, che sembrava ormai tramontato. Si fa viva infatti la Unieco, società di Reggio Emilia che si era aggiudicata il “project financing”, nell’ormai lontano 2007. Con una lettera inviata al presidente di Bea Alcide Copreni, i responsabili della società chiedono che fine abbia fatto il piano e in pratica ipotizzano la richiesta di un maxirisarcimento nel caso in cui non vada in porto.

E il presidente Copreni convoca una riunione d’urgenza dell’assemblea dei soci per martedì prossimo 11 dicembre. “Saranno i sindaci dei comuni soci di Bea a decidere e a prendersi le proprie responsabilità”. Ma il raddoppio del forno non era stato accantonato? Era stato lo stesso Copreni, dalle pagine del nostro giornale, lo scorso mese di luglio, a parlarne: “Non spendo tutti quei soldi per costruire una struttura senza aver la garanzia di avere i rifiuti per farla funzionare – aveva affermato – Sostituiremo la turbina, ormai vetusta, e ristruttureremo le griglie ad acqua e le caldaie. Queste operazioni ci consentiranno di anticipare le normative regionali ed europee sulle immissioni che entreranno in vigore nel 2018”.

E adesso? Dietrofront? “Deciderà l’assemblea” dice oggi Copreni. All’ordine del giorno, nella convocazione inviata d’urgenza ai soci di Bea, si legge “riconferma della volontà dei soci di procedere col raddoppio dell’inceneritore”. E sullo sfondo sta il rischio del pagamento di una consistente penale a favore della Unieco, pronta al project financing. “Passeremo anche noi alle vie legali – annuncia Copreni che ha già inviato una lettera alla società -; potremmo essere noi a chiedere un risarcimento danni alla Unieco, dato che non si è fatta sentire per anni”.

Secondo il progetto, la capacità di rifiuti smaltiti dall’impianto raddoppierà. O meglio, quasi triplicherà, dato che dalle attuali 65 mila tonnellate all’anno effettivamente smaltite potrebbe passare a 165 mila. Contro il raddoppio è nato anni fa un comitato: i cittadini sono preoccupati e sostengono, con numeri alla mano, che il fabbisogno di smaltimento di rifiuti non è così elevato in Brianza. Aumentando la capacità di smaltimento del forno, il rischio è che sul territorio arrivino i rifiuti di altre zone.

Fortemente contrario anche il sindaco Roberto Corti. “Il no al raddoppio del forno è inserito anche nel nostro programma elettorale”. Resta poi aperta la questione del nuovo piano industriale approvato un mese fa dall’assemblea, col voto contrario del solo sindaco desiano. Il piano prevede un “ammodernamento” da 32 milioni di euro, il passaggio della capacità di smaltimento a 88 mila tonnellate all’anno e l’inserimento di un privato al 40% . Ora la parola passa di nuovo ai sindaci soci. Cosa decideranno? Voteranno sì all’ordine del giorno approvando così il maxi impianto? Oppure diranno no, accollandosi però la responsabilità di dover eventualmente pagare una penale?
P.F.