Quarant’anni di vita e di scenaper la Compagnia stabile monzese

Un altro weekend di teatro, un altro compleanno da festeggiare. Sul palco del San Carlo di Monza, sabato 19 gennaio, saranno le quaranta candeline della Compagnia Stabile monzese quelle da spegnere, con la commedia di Molière "Georges Dandin".
Quarant’anni di vita e di scenaper la Compagnia stabile monzese

Monza – Un altro weekend di teatro, un altro compleanno da festeggiare. E se la scorsa settimana, sul palco del San Carlo e della rassegna del teatro amatoriale, sono stati celebrati i quindici anni di carriera del Veliero, questa volta le candeline sono quaranta.
Sono quelle che si prepara a spegnere la Compagnia Stabile monzese, con la commedia di Molière “Georges Dandin”. Una pièce che ha debuttato a Versaille il 18 giugno del 1668 e racconta le vicende del contadino arricchito Georges Dandin, del suo matrimonio con Angelica, dell’infedeltà di lei e della difficoltà del marito di farsi credere a riguardo. Alla fine c’è una morale. «Molière è il caposcuola della storia del teatro – spiega Silvio Manini nelle note di regia – I suoi lavori appartengono quasi tutti al teatro dell’intrattenimento, anche se, leggendoli tra le righe o analizzando la metafora, urlano critiche e dissensi sia a luoghi comuni che al potere. Per esempio, dopo aver girovagato per tutta la Francia con un carro che si trasformava in palcoscenico, il re lo ospitò nel teatrino di corte. Lui scrisse i “Tartufi” e il re lo cacciò. Dopo anni ritornò a corte, ma mentre recitava nel “Malato immaginario” la tubercolosi lo uccise. Anche in questo lavoro lancia un messaggio importante, infatti attraveso la metafora emerge che se vuoi che nessuno ti creda, devi sempre dire la verità».
Sul palco del San Carlo (sabato 19 gennaio, alle 21) a interpretarla ci saranno, diretti da Silvio Manini, Luca Napodano, Silvia Caprara, Paolo Manzoni, Annalisa Gatto, Marco Maggioni, Giulia Geradini, Ivan Gurrato, Marco Fonti, Stefano Colombo. Il debutto della Compagnia Stabile monzese risale al maggio del 1972, quando andò in scena lo spettacolo “E fu così che grazie a Dante”, di Silvio Manini, tuttora presidente del gruppo. Già l’anno dopo la compagnia si aggiudicò – con “Stillicidio (out-in)” – il Festival di Pesaro, mentre a un altro allestimento, “Apologia” sono legati i primi applausi oltreconfine, in Francia, Svizzera e Inghilterra. Cominciarono inoltre le tournée estive in tutta Italia, che sarebbero proseguite per una ventina d’anni.
Un altro anno da ricordare, nella lunga storia della Stabile monzese, è il 1975, con la nascita di “Teatro proposta” e la fondazione, da parte di Silbio Manini dell’unione italiana teatro libero, che dalle cinque compagnie che vi aderirono inizialmente è passata alle attuali ottocento. In quarant’anni di vita, la Compagnia Stabile monzese ha portato sul palcoscenico novantadue allestimenti, tra autori italiani e grandi nomi del teatro, per un totale di oltre seicentocinquanta spettacoli. I numeri raccontano anche di otto premi alla compagnia, tre alla regia e tre alla drammaturgia. Oggi può contare anche su una scuola di tecnica teatrale.
Letizia Rossi