Monza – Un nodo al fazzoletto se lo sono fatto in tanti, giusto per non dimenticarsi che un nuovo Gp riparte ora, a motori spenti. Il giorno dopo la bandiera a scacchi ci sarà da rimboccarsi le maniche, tante sono le questioni da affrontare. Un coro di buoni proposito, nel tempo delle promesse. Ora è il momento dei fatti e l’autodromo che deve vivere 365 giorni l’anno, come da slogan sin qui del libro dei sogni, non mancherà di far sentire la propria voce nemmeno ora. Anche se non per dir di sorpassi e piloti, ma per quel che da fare c’è e ci sarà. Dalle vicende giudiziarie in sospeso a i fioretti per il domani, con il novantesimo compleanno che anche dopo il Gp può (e dovrebbe) regalare ancora qualcosa. Certo, l’intricato sottobosco di problemi in cui cammina il circuito ha rallentato lo slancio propositivo, ma qualcosa in più di qualche celebrazione d’ufficio doveva essere fatta. Al posto di un vino che ammorbidisce il palato con gusti e profumi persistenti, s’è scelto di brindare a Tavernello. Che è meglio di niente, per carità, ma non ha lasciato traccia. Ci sono ancora tre pagine di calendario per ricordarsi del novantesimo, tempo ce n’è. A patto di volerlo.
Stefano Arosio
Quale destino per il Gran premioIl tempo per lavorare è iniziato
Spenti i motori e calata la bandiera a scacchi, l'autodromo affronta il suo autunno caldo e tutte le sfide che lo aspettano. Da correre c'è la sfida per il progresso e la soluzione dei tanti attriti interni che ne rallentano la corsa verso il futuro.