Processo e morte di un dittatore:Branciaroli è lo Stalin di Corti

Venerdì 24 giugno va in scena al teatro Manzoni di Monza la prima assoluta di Processo e morte di Stalin, la tragedia scritta da Eugenio Corti agli inizi degli anni '60. Franco Branciaroli vestirà i panni del dittatore, la regia è di Andrea Carabelli.
Processo e morte di un dittatore:Branciaroli è lo Stalin di Corti

Monza – Conto alla rovescia per la prima nazionale di Processo e morte di Stalin, la tragedia scritta dallo scrittore besanese Eugenio Corti all’inizio degli anni ’60 e mai rappresentata in Italia nella sua interezza. A porre fine all’ostracismo e al silenzio di cui è stata fatto oggetto fino ad oggi sono state le fondazioni Il cavallo rosso e Costruiamo il futuro, e il liceo Don Gnocchi di Carate Brianza., che hanno ingaggiato per l’occasione Il teatro degli incamminati. L’attore Franco Branciaroli è l’uomo di punta e protagonista, nel ruolo di Stalin, dell’evento, che andrà in scena il 24, 25 e 26 giugno a Monza, teatro Manzoni. La regia porta la firma di Andrea Maria Carabelli; le scene sono di Roberto Abbiati.

La storia della tragedia
La tragedia Processo e morte di Stalin, la cui stesura risale al 1960-1961, venne rappresentata per la prima volta a Roma il 3 aprile 1962 al teatro della Cometa, dalla Compagnia Stabile di Diego Fabbri. Due anni più tardi, nel 1964, l’opera venne tradotta in lingua russa, e nel 1969 in lingua polacca da esuli dissidenti di quelle nazioni. Il testo russo ha avuto la rara sorte di circolare nell’Unione Sovietica attraverso il samizdat (o autoeditoria clandestina), quello polacco è valso all’autore l’onorificenza di «Cavaliere di Polonia», da parte del governo democratico polacco, che in quegli anni ancora sopravviveva in esilio a Londra.

Nel frattempo si era venuto sempre più affermando nella cultura italiana – fino a conquistarvi una sorta d’egemonia – l’indirizzo promarxista. Ciò ha comportato l’isolamento e l’emarginazione di quest’opera. Molto più tardi, costretti dalle rivelazioni dei capi russi, i comunisti e i progressisti italiani hanno dovuto riconoscere come veri tutti i fatti che costituiscono materia della presente opera, e li hanno pubblicamente deprecati. In ogni caso rimane il fatto che in queste pagine l’autore ha non solo individuato con decenni d’anticipo, e con straordinaria lucidità, il fallimento inevitabile del comunismo, ma ne ha anche indicate le ragioni con una chiarezza alla quale in seguito non sono pervenuti né i teorici russi, né gli studiosi occidentali.

Il cast
La caratteristica di questa rappresentazione è nel fatto che sul palcoscenico insieme ad attori professionisti compaiono una ventina di giovani studenti del liceo Don Gnocchi di Carate Brianza, nel ruolo di coristi. Franco Branciaroli è Stalin; Cinzia Spanò, Olga Golisceva; Andrea Soffiantini, Crusciov, membro del politburò; Federico Vanni, Beria, membro del politburò; Marino Zerbin, Caganovic, Membro del politburò; Claudio Lobbia, Malencov, membro del politburò; Paolo Cosenza, Micoian, Membro del politburò; Pier Senarica, Molotov, membro del politburò; Andrea Maria Carabelli, Cosinchin, comandante delle guardie del corpo; Matteo Bonanni, Malin, capo del segretariato.
Assistente alla regia: Letizia Mirabile; scenografo: Roberto Abbiati; tecnico luci: Matteo Rubagotti; costumista: Patrizia Caggiati; compositore: Alessandro Nidi.

Coro donne
Adriana Bagnoli, capo coro; Dina Perekhodko, capo coro; Elisa Fumagalli, Eleonora Branca, Sara Borgonovo, Sara Caspani, Sara Colombo, Silvia Colombo, Letizia Donati, Martina Ferlin, Francesca Gatti, Mariachiara Giorgioni, Martina Maffezzini, Marta Nava,Lisa Sanbruni, Lucia Vigutto
Coro uomini
Teodoro Bonci del Bene, Capo coro; Emanuele Manfrè, Capo coro; Andrea Bancora, Filippo Beretta, Jacopo Borrelli, Andrea Dirocco, Mattia Gennari, Francesco Mandelli, Alessandro Vaghi, Diego Valle.
 
Info e biglietteria
È possibile acquistare i biglietti: On-line sul sito Ticketland2000 ; presso il botteghino del Teatro Manzoni , dal martedì al sabato, 10,30 – 13 / 15 – 18; – telefono 039 386500.