Patenti comprate, venti indagatiBrianza: le autoscuole tremano

Perquisizioni alla motorizzazione civile di Monza e venti indagati per un giro di patenti facili comprate sborsando fino a 2mila euro. Indagini sono ancora in corso e sembra destinata a riservare molte sorprese, e ad allargarsi ad altre autoscuole, anche monzesi e brianzole.
Patenti comprate, venti indagatiBrianza: le autoscuole tremano

Monza – Lo scandalo patenti facili travolge la motorizzazione di Monza. Martedì, i carabinieri delle compagnie di Sesto San Giovanni e Seregno, coordinati dai sostituti procuratori di piazza Garibaldi Salvatore Bellomo e Caterina Trentini, si sono presentati negli uffici della motorizzazione civile di via Bramante da Urbino, dove hanno sequestrato una grande mole di documenti.

Alcuni funzionari della Motorizzazione, che tenevano gli esami scritti per il rilascio della patente sia a Monza che a Milano, risultano iscritti nel registro degli indagati dai pm. Analoghe perquisizioni sono state effettuate presso gli uffici della motorizzazione di Molino Dorino, a Milano, e in numerose autoscuole dell’hinterland nord di Milano (Sesto San Giovanni, e Cologno Monzese) e della Brianza, soprattutto nella zona di Seregno, oltre in abitazioni private di titolari di autoscuole coinvolte nell’inchiesta.

Gravi le accuse contestate dai magistrati inquirenti, ad una ventina di indagati in tutto (anche se il numero sembra destinato a crescere): associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso ideologico, abuso d’ufficio. Da palazzo di giustizia non trapelano particolari sui nomi dei personaggi coinvolti.

Quello che emerge, però, è un presunto “sistema” collaudato, tra autoscuole e funzionari della motorizzazione corrotti, per permettere agli iscritti all’esame scritto, il test, di essere promossi senza studiare, ma sborsando cifre variabili (sembra fino a 2000 euro), in base ad un vero e proprio tariffario. I prezzi variavano in base al grado di preparazione (comunque scarso) degli iscritti, italiani o stranieri che fossero. Meno si studiava, naturalmente, e più si pagava. Non solo.

I pm hanno scoperto alcuni metodi per facilitare il passaggio dell’esame. Sembra per esempio, che in certi casi i promotori della truffa avessero redatto un ‘prontuario’, con le risposte corrette al test già segnate. In altri il funzionario, interveniva di persona per “aggiustare” le prove degli iscritti che avevano pagato l’extra.

L’indagine, comunque, è ancora alle battute iniziali. Sembra però destinata a riservare molte sorprese, e ad allargarsi ad altre autoscuole, anche monzesi. I carabinieri, nel blitz dell’altro giorno, hanno posto sotto sequestro molta documentazione, che, secondo quanto trapela dalla procura monzese, sembra dare ampio riscontro alle accuse. E’ probabile, infine, che vengano sentiti anche i neopatentati. Per chi ha pagato, la conseguenza minima è la revoca del titolo.
Federico Berni