Natasha cacciatrice non pentita«Gli ecologisti parlano a vanvera»

La 18enne Ponti sesta nella prova tricolore di Chiusi. «E' stata una fantastica esperienza anche se sarebbe stato più bello riuscire a scalare ancora qualche posizione. Chi critica le doppiette non ha cognizione di causa: dovrebbero preoccuparsi invece di tutto il verde che stiamo perdendo».
Natasha cacciatrice non pentita«Gli ecologisti parlano a vanvera»

Varedo – Ha sbaragliato un’agguerrita concorrenza passando per una selezione serrata, dominando prima il suo nucleo, poi a livello regionale, per arrivare infine a giocarsi il campionato nazionale di caccia pratica. Il fatto che stiamo parlando di una cacciatrice, donna, farebbe già notizia di per sè, ma in un ambiente quasi prevalentemente maschile Natasha Ponti non solo rappresenta il gentil sesso, ma è anche giovanissima, ha 18 anni compiuti.

Fucile in spalla e l’inseparabile Zac, splendido esemplare di setter inglese, al fianco, Natasha Ponti ha partecipato al 45esimo campionato italiano di caccia Sant’Uberto, nella categoria Ladyes, svoltosi a Chiusi nella tenuta agrituristico venatoria “Le coste”, classificandosi al sesto posto.

Una sessantina le colleghe con cui la varedese si è dovuta confrontare, provenienti da tutta Italia. Un risultato il suo che ha fatto saltare sul divano tutta la sezione varedese della Federazione cacciatori, che la scorsa domenica, in occasione della tradizionale “fagianata” pre natalizia, l’ha voluta premiare con una targa a memoria di questo eccezionale traguardo raggiunto.

Il Sant’Uberto è una prova di caccia finalizzata ad esaltare il binomio cane-cacciatore all’interno di un quadro di sportività e di eticità agonistica, venatoria ed educativa nel rispetto dell’ambiente e delle norme vigenti. 

«Sono felicissima per aver raggiunto le finali nazionali – il commento della giovane cacciatrice – E’ stata una fantastica esperienza anche se sarebbe stato più bello riuscire a scalare ancora qualche posizione, arrivare almeno al podio».

Diciannove anni il 24 dicembre, Natasha Ponti ha ereditato la passione per la caccia dal padre Tiziano: «Ero molto piccola quando mi portava con sè, in Croazia. Ho scoperto allora quanto possono darti l’attesa e l’intesa con il proprio cane».

La passione per la caccia è arrivata con gli anni. In primo luogo c’è l’amore per la natura e la vita all’aria aperta: «Mi piace passeggiare tra i campi, anche qui alla Valera; chi critica i cacciatori non ha cognizioni di causa. Dovrebbero preoccuparsi invece di tutto il verde che stiamo perdendo senza che loro facciano niente e nemmeno se ne accorgano. Io, invece, me ne accorgo, ogni anno il cemento avanza e le aree verdi diminuiscono».

I cacciatori hanno tutto l’interesse nel mantenere sano un ecosistema e sono i primi ad accorgersi quando qualcosa non va: è questo in sostanza quello che Natasha vorrebbe far capire ai detrattori della passione che recentemente l’ha portata nelle fila della sezione varedese.

Tesserata da nemmeno un anno imbraccia con mano ferma e buoni risultati la sua doppietta a canne sovrapposte calibro 20: meglio non contraddirla….
Gionata Pensieri