Limbiate – E’ la casa l’emergenza delle nuove povertà. Non solo per il pagamento delle utenze, con il rischio di vedersi sospesa l’erogazione di luce e gas, ma il pericolo di non avere più un tetto sopra la testa. La mancanza di un impiego fisso è quasi sempre sinonimo del mancato saldo delle rate di mutui e dei canoni d’affitti: una condizione che, se non tamponata per tempo, arriva ad esiti infausti. A testimoniare una situazione generale, non bastasse il numero di richieste che arrivano ai Servizi sociali, c’è l’esito del bando per l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica.
Le domande accolte, infatti, sono 255, un numero più alto rispetto ai precedenti, quando i nuclei in lista di attesa non superavano i 200. «Il numero è sicuramente sintomo di un’emergenza sempre più forte- spiega l’assessore ai Servizi sociali Franca Basso- ma ad allarmare ancora di più è il numero degli sfrattati, per i quali si è concluso l’iter, che raggiunge la quarantina». E’ anche questo dato è in netto rialzo rispetto alla situazione fotografata dalla lista di attesa precedente. Allo studio dell’amministrazione ci sono dei progetti di accompagnamento e tamponamento delle situazioni di maggior difficoltà che dovrebbero concretizzarsi con l’arrivo del prossimo anno.
Tra la fine del 2012 e i primi periodi del 2013 saranno assegnati una ventina di appartamenti in totale tra gli stabili comunali e le proprietà dell’Aler. Il numero più consistente verrà dall’immobile di via Monte Sabotino. «I 13 appartamenti, che non superano la 50ina di metri quadri di metratura- sono le parole di Basso- necessitano delle ultime pratiche burocratiche prima del via libera all’assegnazione». Altre case sono disponibili in via Trento, destinate però, vista la grandezza, a nuclei composti da anziani, donne con bambini e diversamente abili. L’offerta è meno consistente per i nuclei più numerosi.
«Il tentativo- sono le parole ancora dell’assessore Franca Basso, nel riassumere l’indirizzo del suo settore- è sempre più, in un contesto di tagli, quello di fare riferimento ad una solidarietà trasversale e di partire dal basso, sviluppando i rapporti di vicinato per non fare sentire isolati le persone in difficoltà. Gli uffici e le associazioni che tradizionalmente si occupano di quest’ambito lavorano con sempre maggior energia, ma c’è la necessità di una condivisione, sensibilizzando anche gli altri attori del territorio e la cittadinanza». Invariata è rimasta invece la cifra destinata dall’amministrazione ai contributi una tantum, pari a 60mila euro.
Ileana Brioschi