Muggiò, Cubo di via Gandhi:le villette diventano cinque

Muggiò, Cubo di via Gandhi:le villette diventano cinque

Muggiò Uno parla di riqualificazione, l’altro invece di «colata di cemento». Soltanto sull’importanza sociale dell’operazione-Cubo centrodestra e Pd la vedono nello stesso modo, perchè sulla fase di realizzazione i pareri non potrebbero essere più discordanti. Soprattutto dopo che il progetto ha svelato che le villette a schiera saranno cinque, rispetto alle «due-tre» di cui si parlava all’inizio.

«Si tratta – ha attaccato Carlo Fossati (Pd) di una colata di cemento che allagherà un’intera zona della Taccona. Che il progetto preveda la costruzione di alloggi di edilizia economico-popolare è positivo. Nel nostro Pgt avevamo qui previsto un intervento di edilizia economico-popolare. Il nostro giudizio è negativo solo per l’eccesso di cemento che comporta».

Soddisfazione invece da parte del sindaco Pietro Zanantoni: «Il grande impegno profuso – ha detto – è stato premiato anche dal via libera del Cipe. Siamo di fronte a un progetto di grande valenza sociale, che vedrà scomparire un edificio brutto, costruito molto tempo fa con logiche vecchie e superate. Noi per primi ci siamo occupati da vicino di questo problema e di quelli di chi vi abita. Chi accusa con un disco rotto la mia amministrazione di avere scarsa attenzione per il sociale è servito ancora una volta: mentre altri chiacchierano, noi rispondiamo con fatti importanti».

L’accusa, però, è sul cemento: «Noi – ha ribadito Fossati – avremmo realizzato volumi minori. Rispetto al Pdl infatti abbiamo le mani libere, non abbiamo fatto promesse occulte in campagna elettorale e possiamo, quindi, fare le scelte nel settore urbanistico avendo come unico riferimento i bisogni e i desideri dei cittadini comuni, di quelli che non hanno interessi nel campo dell’edilizia, e desiderano una città più verde, più pulita, meno inquinata, con meno traffico e con gli orti urbani». In chiusura un’altra stilettata alla Lega, che «assiste senza contestare. Che cosa le è rimasto di verde? Forse solo la camicia».
Luca Scarpetta