Monza – “Si è finto un cliente interessato ad un regalo per la sua fidanzata, poi ha tirato fuori il coltello, mi ha puntato la lama su un fianco, poi alla gola”. Ha trovato la forza di parlarne solo in questi giorni. Dopo la testimonianza della titolare della Realimmobiliare di via Rota a proposito della rapina subita in negozio il 5 gennaio, spunta un altro racconto che fa pensare allo stesso malvivente. Molti infatti sono i punti di contatto tra l’episodio di via Rota e quello avvenuto un giorno prima in via Casati a Teresa, del Sami Bazar, negozio specializzato nella vendita di abbigliamento ed accessori per la danza del ventre.
A cominciare dalle vittime scelte dal rapinatore. Donne sole, colpite all’interno di piccoli negozi fuori dal centro, ma nemmeno troppo lontani da sguardi indiscreti, visto che il Sami Bazar, per esempio, sarà sì nella stretta via Casati, ma, come spiega Teresa, è comunque “ben illuminata e c’è via vai continuo di persone almeno fino alla chiusura”. Coincide la descrizione del delinquente. Italiano (“accento brianzolo”), corporatura normale, carnagione scura, mediterranea, come occhi e capelli. Aria giovanile, “una ragazzo sui 24 anni”. Vestito in modo ordinario, entra comportandosi come un normale cliente in cerca di informazioni. In via Rota aveva fatto finta di interessarsi ad un appartamento in affitto, al Sami Bazar ha detto di essere interessato a fare un regalo, per quest si è intrattenuto a parlare con Teresa. “Ha detto che pensava ad una cintura per la fidanzata, solo ora realizzo che si guardava attorno e stava attento a non toccare nulla; ha fatto anche la scena di cercare di chiamare la ragazza al cellulare, poi, mentre ce l’avevo di fronte a parlare ho sentito pungere sul fianco”. Era la punta di un coltello.
“Teneva la voce calma, mi diceva di non agitarmi, eravamo troppo vicino alla vetrina, per cui siamo andato verso la cassa; non avevo molti soldi, era lunedì e la mattina ero chiusa; allora ha voluto i contanti che avevo nella mia borsa, circa 200 euro, poi si è preso due telefonini, ad uno ha levato la Sim card e me l’ha restituita, ha preso il mio computer portatile, avevo la lama alla gola, e poi il bancomat, chiedendomi di scrivere il codice”. Proprio come avrebbe fatto all’agenzia immobiiaare il giorno dopo, alla stessa ora, le cinque del pomeriggio circa, in quel caso, la titolare ne era uscita con due costole rotte dopo essere stata scaraventata a terra. “Ha cominciato ad innervosirsi, perché diceva che c’era poco, si muoveva a scatti, la voce era calma, ma stava per perdere il controllo, è stato in quel momento che ho avuto davvero paura”. Dopo essere stata invitata a chiudersi in bagno, Teresa non lo ha più sentito. Il malvivente si era dileguato, dandole la possibilità di chiamare i carabinieri. “Lui se n’è andato, lo shock è rimasto”.
Federico Berni