Monza – Il Foa Boccaccio cambia obiettivo e occupa un nuovo spazio di Monza. Dopo l’ex fabbrica di via Boccaccio, dopo il cinema Apollo abbandonato da anni e gli altri edifici dismessi questa volta i ragazzi hanno appeso gli striscioni al centro sportivo dell’Associazione calcio Verga, tra il centro abitato e la Cascinazza, ormai abbandonato. La nuova occupazione nel tardo pomeriggio di sabato 8 ottobre.
«Siamo tornati, ricominciando a scrivere una storia lasciata in sospeso a fine luglio – scrive il Boccaccio in un comunicato – I tanti progetti sviluppati da 10 anni sul territorio monzese dalla F.O.A. Boccaccio (boccaccio.noblogs.org) necessitano di uno spazio fisico dove consolidarsi e far crescere l’apporto che, in termini di socialità, aggregazione, cultura, il collettivo sta fornendo alla città. Siamo tornati nel quartiere che è stato teatro delle recenti occupazioni in via Aspromonte e in via Durini. Non è un caso, perché qui abitano le persone che frequentano la nostra scuola di lingua italiana per migranti, qui abitano i bambini che frequentano il laboratorio creativo che organizziamo settimanalmente presso i giardini di via Azzone Visconti, qui abbiamo trovato terreno fertile e ricettivo rispetto alle tante altre proposte messe in campo dal collettivo».
Il Foa annuncia da subito «le serate musicali, il cineforum, la libreria e gli approfondimenti letterari, la ciclofficina, le cene multietniche, le lezioni della scuola Byriani (la nostra scuola di italiano per migranti) le iniziative del Teatro alla Scala Pericolante e del collettivo Cordatesa… indubbiamente recupereremo lo stabile scelto per questa nostra decima occupazione (abbandonato da più di un anno e privo di un progetto di riqualificazione), valorizzandone le potenzialità aggregative basate sullo sport, come linguaggio universale di scambio e confronto».
«La decima occupazione è un ennesimo atto d’amore nei confronti di una città che questa giunta ha condannato a morte con l’approvazione della variante al Pgt – aggiunge il Boccaccio – Indubbiamente lo stabile occupato oggi sorge a ridosso di una delle aree simbolo dello scempio in arrivo in città: siamo a un centinaio di metri dalla Cascinazza (il cui parco agricolo dovrebbe ospitare i famosi 450000 metri cubi di cemento) ed è evidente che vogliamo spenderci affinché, fino all’ultimo, in questo luogo come in altri, la cittadinanza non chini il capo di fronte all’arroganza dei palazzinari».
Primo obiettivo: martedì 11 ottobre alle 21.30 «un’assemblea pubblica di confronto con le realtà che da Monza e Brianza scenderanno a Roma, per valutare come attraversare il corteo nazionale e riportare successivamente sul territorio monzese idee, percorsi, vertenze, perché il 15 (data della manifestazione nazionale a Roma, ndr) sia soltanto una tappa di un percorso di mobilitazione permanente che in ogni città lanci un messaggio molto chiaro alle Istituzioni: la ricetta alla crisi non risiede in un’accozzaglia di rattoppi alla nave che affonda, bensì in un ripensamento radicale del sistema capitalistico».
C’è tutto meno un dettaglio. Prima di occupare il Boccaccio avrebbe fatto una visura catastale scoprendo che l’ex impianto sportivo del Verga sarebbe passato di mano dalla Federazione calcio alla proprietà della Cascinazza. Se fosse vero, perché? Cosa se ne fa l’immobiliare di un campo di calcio?
Massimiliano Rossin