Monza, mancano banchi e sedieE ora a scuola ci si siede a turno

Banchi e sedie cercansi a Monza. Il caso all'Olivetti, istituto professionale dei servizi per l'enogastronomia e commerciale, e all'Ipsia, istituto d'istruzione professionale e tecnica. E nelle scuole è un continuo via vai di studenti da un'aula all'altra, alla ricerca di una seggiola.
Monza, mancano banchi e sedieE ora a scuola ci si siede a turno

Monza– Alunni costretti a fare lezione in piedi. Si tratta dei ragazzi dell’Olivetti, l’istituto professionale dei servizi per l’enogastronomia e commerciale e dell’Ipsia, istituto istruzione professionale e tecnica. Sin dai primi giorni di scuola il dirigente di entrambi gli istituti, Ferdinando D’Alfonso, ha contattato la Provincia per avere banchi e sedie sufficienti per i ragazzi ma dall’ente non è giunta risposta. Come sempre, quando è indispensabile, la dirigenza ha fatto di necessità virtù e così oggi mentre una classe è in laboratorio un’altra usa i banchi e le sedie rimaste libere. «Sommando le carenze delle due scuole mancano centocinquanta banchi e altrettante sedie- esclama il dirigente-. Sono numeri che si commentano da soli. La Provincia è tenuta alla fornitura del materiale scolastico, quindi anche a questo, ma alle nostre richieste la risposta è stata non ci sono soldi». «Si sono basati – continua il dirigente – sui numeri dello scorso anno e non hanno tenuto conto del deterioramento e della manutenzione, per questo non abbiamo diritto a nuovi».

Questa mancanza crea grossi disagi, è un continuo via vai di studenti da un’aula all’altra, alla ricerca di una seggiola, su cui sedersi per seguire le lezioni. «La Provincia mi ha risposto- continua il dirigente- che, tenendo conto dei numeri del precedente anno scolastico, non sono stati fatti nuovi acquisti per questa strumentazione. Dopo la mia protesta mi è stato risposto che avrebbero soddisfatto la mia richiesta, peccato che, a oggi, non abbiamo ancora visto nulla. Si tratta di soddisfare un’esigenza immediata, non rinviabile per molti giorni, perché la soluzione che abbiamo individuato comporta un continuo via vai di studenti da un’aula all’altra e questo non va bene, soprattutto per loro».

All’Ipsia il problema si sente in maniera molto forte perché, nonostante nelle scorse settimane si fosse parlato di ridimensionamento perché gli iscritti erano sotto i 600, c’è stato un boom di iscrizioni nelle ultime settimane, come ogni anno accade in questa scuola, e la carenza di banchi rappresenta un grande disagio, come conferma Mauro Cereda, vice preside: «Si tratta di un grosso disagio, è la prima volta che capita. Credo che la Provincia non abbia pensato a una sostituzione anche a fonte della normale usura e manutenzione. Non avendo pensato a sostituire i vecchi e malandati con altri nuovi non abbiamo nulla che possa limitare il disagio. Anche noi, come i colleghi dell’Olivetti, siamo costretti a fare uso dei banchi e delle sedie libere mentre le classi sono nei laboratori. Come ogni anno aspettavamo nuovi iscritti in questo periodo ma le richieste sono andate oltre le nostre aspettative, le classi sono piene».
Alessandra Sala