Una lettera aperta all’assessore regionale Giulio Gallera per chiedere investimenti e idee per il rilancio della sanità brianzola. L’hanno inviata Cgil, Cisl e Uil, insieme ai loro rappresentanti di pensionati e lavoratori pubblici dopo che il Consiglio regionale della Lombardia ha votato l’emendamento che, dal primo luglio del 2020, ha fatto in modo che l’ex distretto di Desio venisse riassociato a Vimercate.
Un messaggio, inviato anche alla Provincia e ai sindaci, che ripropone alcuni degli argomenti già messi sul tavolo dai sindacati confederali negli ultimi mesi, a partire da un confronto più ampio sul futuro della sanità locale.
“Non ci pare vi sia stata quella discussione aperta e partecipata che avevamo chiesto”, dice Walter Palvarini della segreteria provinciale della CGIL. “Siamo sempre più convinti che sia necessario cambiare il modello di organizzazione della sanità. Per ora abbiamo sentito parlare quasi sempre della situazione in cui versano gli ospedali. C’è un vizio di origine: se non si parte a ragionare dal territorio gli ospedali non si salvano. Se non si cambia schema di ragionamento corriamo il rischio di continuare a veder logorare il sistema sanitario della Lombardia. In Brianza riteniamo vi siano le condizioni per provare a fare cambiamenti importanti, per sperimentare nuove esperienze e nuovi percorsi. Con lo schema attuale si sono persi altri quattro anni. Alcuni principi condivisibili, contenuti nella legge 23/2015, sono rimasti sulla carta e le criticità del sistema sono ancora tutte da affrontare”.
Secondo Rina Del Pero della UIL Brianza “non basta reclamare qualche risorsa in più, di qua o di là, magari sulla base di qualche convenienza elettorale. Le risorse devono essere investite con una idea chiara di dove si vuole andare. Questa idea c’è? Se esiste un nuovo scenario sarebbe importante venisse condiviso, anche per poter comprendere come vengono investite le risorse”.
Non mancano certo gli esempi, come ricorda Mirco Scaccabarozzi, segretario della CISL Monza, Brianza e Lecco: “L’integrazione tra servizi sociali e sanitari era un punto importante della legge regionale 23 del 2015. Ad oggi, però, assistiamo solo ad una ulteriore perdita di ‘identità’, di ruolo e di peso dei distretti e dei vecchi ambiti. Se i luoghi dell’integrazione sono i Presidi Socio sanitari territoriali (i PreSST) è necessario definire a quali dimensioni territoriali debbano fare riferimento, a quali servizi ‘uguali per tutti’ si possa accedere, quali le competenze necessarie”.
I sindacati chiedono più attenzione per i soggetti più fragili, non autosufficienti, per le persone anziane auspicando un sistema con “una rete di punti di accesso, la regia e l’organizzazione delle cure domiciliari e il potenziamento dei consultori”. Una visione nella quale gli ospedali dovranno specializzarsi: “Non possiamo continuare a pensare che tutti gli ospedali fanno tutto, pena una crisi che rischia di essere irreversibile”.
La proposta è quella della convocazione di una sorta di stati generali della sanità brianzola per avviare una riflessione complessiva sul sistema sanitario locale.