Monza, dati choc degli artigiani:accesso al credito, drastico calo

Andamento decisamente negativo nei mesi di maggio, giugno e luglio per l'accesso al credito. L'Unione Artigiani indica un calo delle richieste di finanziamento del 27% (29% considerando il volume di importi richiesti) rispetto al 2010.
Monza, dati choc degli artigiani:accesso al credito, drastico calo

Monza – Per l’artigianato brianzolo il barometro delle previsioni d’autunno annuncia una preoccupante bassa pressione. Peggio, un drammatico profondo rosso. Negli ultimi tre mesi (maggio, giugno, luglio) infatti l’indicatore più attendibile, l’andamento dell’accesso al credito, si presenta decisamente negativo. I dati raccolti dall’Unione Artigiani indicano un calo delle richieste di finanziamento pari al 27% (che arriva al 29% considerando il volume di importi richiesti) rispetto allo stesso periodo del 2010.

 “Una flessione pesante e inquietante – commenta il segretario generale dell’Unione, Marco Accornero – se si pensa che l’ultima rilevazione della fine 2010, ritenuto l’”anno orribile” della crisi, registrava un calo ben più modesto (meno 3,4%) rispetto al 2009. Complessivamente la flessione delle richieste finalizzate ad investimenti è stata addirittura del 37%, ben maggiore rispetto alle richieste di credito per difficoltà finanziarie dell’azienda (necessità di riequilibrio, liquidità, fidi a breve per mancata riscossione di crediti) che si sono comunque ridotte del 19%. Queste ultime del resto continuano ad essere ampiamente prevalenti rispetto alle prime (58,9% contro il 41,1%) a dimostrazione che la necessità prevale sui progetti di sviluppo. Tenendo poi conto che in genere dovrebbero essere proprio i mesi centrali dell’anno quelli in cui gli imprenditori avviano richieste di credito per far fronte alla ripresa autunnale, direi che le prospettive da qui a fine 2011 sono decisamente e drammaticamente buie ”.

Lo scenario disegnato dai dati dell’Unione Artigiani presenta un settore artigiano in fase di preoccupante stallo: una immobilità imprenditoriale finalizzata ad assorbire con meno danni possibili gli effetti della situazione di crisi che, dopo gli anni neri 2009 e 2010, si pensava potesse attenuarsi ma che invece è riesplosa, soprattutto a seguito degli squilibri finanziari ed economici di questi ultime settimane.

Pessimo anche l’andamento dell’avvio di nuove imprese, perlopiù dovute a investimenti di neo imprenditori stranieri, che non devono ricorrere neppure al credito bancario trattandosi spesso di microimprese senza particolari necessità di investimenti o potendo contare su liquidità propria. In questo quadro poco confortante fa eccezione la comparsa di un pur debole segno più nel saldo tra aperture e cessazioni di imprese dell’edilizia, il settore più rappresentativo dell’artigianato.

“Dopo picchi negativi registrati fino a tutto marzo 2011 – conclude Marco Accornero – arriva questo dato dell’edilizia che però temo non possa essere interpretato come una effettiva inversione di tendenza, anzi paradossalmente un ulteriore segnale di allarme. Pur non disponendo di oggettivi dati di riscontro, si ha la percezione che si tratti di un aumento dovuto a piccolissime aziende avviate da lavoratori edili già dipendenti di imprese in difficoltà, che decidono di mettersi in proprio per poter tirare avanti”.