Misinto – Nella folta schiera delle manifestazioni «No euro» brilla sicuramente l’iniziativa dell’associazione Domà Nunch in collaborazione con l’Osteria di Sant’Andrea. Ci troviamo a Misinto,tra la Brianza e il saronnese, anche se i promotori dell’idea la chiamerebbero Insubria centrale. Qui, sorge il movimento econazionalista Domà Nunch. Ma cos’è Domà Nunch? In lingua milanese: «L’è on moviment econazional. El gh’ha come sò ultim fin la sovranità de la nazion insubra, in d’on’òttica de salvaguardia e difesa de la nòstra terra: perché l’è la mamma de la nòstra nazion». Tradotto: un movimento che aspira ad un’Insubria libera di decidere il proprio destino. Un movimento ecologista e rivoluzionario, certamente non autonomista e con poco a che spartire con la Lega Nord. Qui, all’Osteria, per una decina di giorni, in concomitanza con la Festa nazionale insubre, è circolato il franco insubre, una moneta scambiabile con l’euro ed utilizzabile per gli acquisti al bancone del locale. Il rapporto è di dieci euro per undici franchi. Ovvero, uno sconto di circa il 9% sulle consumazioni. Un modo per dire no alla crisi ed all’euro, come spiega il reverendo Lorenzo Banfi, titolare dell’osteria e presidente dell’associazione: «È nata come una provocazione, non lo nascondiamo, ma è un’idea che coltiviamo da diversi anni. Abbiamo sempre pensato che una moneta locale potesse portare al superamento di un problema del popolo affrontato sinora solo dal punto di vista delle banche, naturalmente guardando ai loro interessi. La realtà è che con l’euro abbiamo perso la sovranità sulla nostra moneta sulla quale la Bce, la Banca centrale europea, vanta un signoraggio inaudito». Sulle banconote, assolutamente auto prodotte, sono stati stampati i volti dei personaggi che hanno reso grande l’Insubria: Carlo Cattaneo sui 50 Ghèi, Leonardo Da Vinci sul Franch, Alessandro Volta sulle cinque Lire e Gian Galeazzo Visconti sulla banconota da 10. «L’iniziativa è stata accolta bene dai clienti; oltre ad utilizzarla in molti hanno chiesto informazioni e spiegazioni. In molti altre occasioni una moneta locale funziona brillantemente, e portiamo l’esempio di Bristol, in Inghilterra. La circolazione di una moneta locale, una sorta di fidelizzazione del cliente per i commercianti locali, porterebbe sicuro giovamento. Ogni commerciante che si rispetti firmerebbe un piccolo sconto pur di avere costantemente un cliente in negozio. Il problema in se non è l’euro, ma la moneta unica e l’utilizzo che ne fanno le banche. Una doppia moneta, locale, è la possibile soluzione a tanti problemi. Una soluzione che difficilmente potrà essere esplorata ad alti livelli, vista la dittatura bancaria alla quale siamo sottoposti».
Diego Marturano