Meda – Problema accattonaggio, Polizia provinciale e Polizia locale intervengono congiuntamente. Un uomo ed una donna di nazionalità rumena sono stati denunciati dal corpo monzese guidato da Flavio Zanardo, a seguito di un’operazione congiunta in collaborazione con la Polizia locale di Meda, sotto la guida di Cristina Ruffa. Le denunce riguardano maltrattamenti in famiglia ed impiego di minori nell’accattonaggio: reati che prevedono dai 3 ai 10 anni di reclusione. Il problema dell’accattonaggio a Meda è molto sentito. Spesso e volentieri, infatti, in città si verificano casi analoghi, spesso non punibili perché non ci sono minori o animali interessati. Il luogo più colpito rimane sempre il cimitero, meta di tante persone, la maggior parte delle quali in età avanzata.
E’ capitato in passato che alcuni anziani venissero seguiti da zingari insistenti, tanto da obbligarli a chiamare, almeno una volta alla settimana, la Polizia Locale che, però, non poteva fare altro che allontanarli (il reato di accattonaggio non esiste più). Questa volta è stato differente. Le due persone fermate, infatti, utilizzavano i tre figli minorenni, due bambine di 2 e 10 anni ed un ragazzo di 15, per mendicare in varie località, in particolare a Meda presso la chiesa di Santa Maria Nascente.
L’attività di accattonaggio veniva svolta prevalentemente negli orari di maggiore affluenza alle funzioni, mentre nei giorni infrasettimanali si estendeva anche ai comuni limitrofi come Bovisio Masciago, Cesano Maderno e Varedo: tutti attraversati dalla tratta ferroviaria Milano-Asso di Trenord. I minori utilizzati nell’accattonaggio sono stati ripetutamente filmati dagli agenti della Polizia Provinciale, allo scopo di smascherare il sistematico sfruttamento organizzato dai genitori: l’attività illecita arrivava a fruttare anche 150 euro al giorno, senza alcuna tutela per i piccoli, quotidianamente esposti a maltrattamenti e intemperie.
Elena Sandrè