Meda: Frattini, tentazione Brasile«Paralimpiadi di Rio? Un sogno»

Marco Frattini, 40enne di Meda, conquista a Firenze il terzo titolo italiano consecutivo di maratona nella categoria sordi. «La perdita dell'udito nel 2006 mi ha messo nella prospettiva di rividere totalmente la mia vita. I prossimi obiettivi? Abbassare il mio crono e preparami al meglio in casa di una convocazione azzurra».
Meda: Frattini, tentazione Brasile«Paralimpiadi di Rio? Un sogno»

Meda Marco Frattini, per la terza volta consecutiva, è campione italiano iridato FSSI (federazione sport sordi Italia) nella maratona. E’ successo in Toscana, durante la Firenze Marathon andata in scena domenica scorsa in una cornice suggestiva e ricca di sport: un evento da ripetere che ha regalato al 40enne medese la terza vittoria consecutiva dopo quelle di Roma nel 2012 e di Padova nel 2009. Frattini, non udente, ha concluso il percorso con una buona prova in 2.53′.22″ e nel suo curriculum ha anche tre vittorie nella categoria del Cross e un libro dal titolo «Vedere di corsa e sentirci ancora meno». Un atleta di quelli che vanno dritti all’obiettivo, qualunque esso sia. E che non solo non si arrendono, ma neanche si fermano…

Presentati: Marco Frattini è…

Uno che ci prova e a volte gli va anche bene

Come è nata la tua passione per la corsa?

Per tanti anni ho corso senza impegno. Nel 2006 è arrivata la prima maratona a Milano e succede che non riesci più a smettere.

Dopo la terza vittoria nazionale di fila, ti, senti arrivato?

Assolutamente no, c’è ancora tanta strada da fare per migliorarsi.

Il sogno delle Paralimpiadi di Rio 2016 è tanto lontano oppure ci stai pensando?

Ogni tanto ci penso e mi dico che a 40 anni non sarebbe affatto male, ma non dipende da me. Mi auguravo di partecipare a Londra, ma nulla. L’anno prossimo ci saranno a Sofia le Olimpiadi dei sordi, ma a quanto pare la maratona è in forse. E’ una questione di burocrazia federale a livello mondiale… apriti cielo! (i medesi lo vorrebbero vedere a Rio. E basta – Nda).

Quale è stata la tua vittoria più bella?

Quella che deve arrivare.

Hai dedicato l’ultima vittoria a Giorgia: perché? Parlaci di lei…

E’ un’amica preziosa che conosco da una vita. Poi, come spesso capita, ci si perde di vista. O solo non si ha nel tempo il modo di conoscersi realmente a fondo. Per una serie di eventi favorevoli, ci siamo ritrovati e la corsa ha svolto un ruolo importante: da comune denominatore. In sostanza: Giorgia mi ha chiesto di tagliare il traguardo mettendomi nella posa di Supermariobros, che lei ha simpaticamente ribattezzato ?Supermarcobros? per l’occasione. Ho corso tutti i 42 km ripensando e ridendo tra me al pensiero di questa benedetta posa. Al traguardo è tanto se non mi sono accasciato e l’ho superato strisciando, perché gli ultimi sette chilometri li ho pescati non so dove nelle mie forze. Mi hanno fatto sedere subito sulla sedia a rotelle. La posa è solo rimandata.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Obiettivi sportivi: abbassare il mio crono e prepararmi al meglio in caso di una convocazione azzurra.

Nel tuo CV c’è anche un libro: di che cosa si tratta? Hai intenzione di scriverne altri?

Il primo è un anno della mia vita: il 2008. La perdita dell’udito nel 2006 mi ha messo nella prospettiva di rivedere totalmente la mia condizione. Ne è scaturito questo libro auto-prodotto che da due anni ormai sto presentando in tutta Italia. Ne è pronto già un altro e ne ho uno in stand by. Ma cerco un editore forte che mi aiuti.

Il sasso è stato lanciato. E intanto, forza Marco…
Elena Sandrè