Lo tsunami tour riempie la piazzaIn cinquemila per #grilloamonza

Almeno 5mila persone martedì sera in piazza Cambiaghi: è stata la risposta di Monza e della Brianza all'arrivo dello tsunami-tour di Beppe Grillo. Dopo il bagno di folla del pomeriggio in piazza del Duomo a Milano e con i cavalli di battaglia dalla partecipazione ai referendum propositivi. Un show di 40 minuti.
Lo tsunami tour riempie la piazzaIn cinquemila per #grilloamonza

Monza – Almeno 5mila persone martedì sera in piazza Cambiaghi: è stata la risposta di Monza e della Brianza all’arrivo dello tsunami-tour di Beppe Grillo. L’appuntamento era per le 21, ma l’area che di solito ospita una parte di mercato ha cominciato a riempirsi già nell’ora precedente. Lui, il gran cerimoniere Grillo, è salito sul palco con qualche minuto di ritardo per permettere a tutti di trovare un posto in quella che il consigliere comunale Nicola Fuggetta ha definito “la piazza più grande di Monza, piena come non mai” (guarda le foto e guarda il video in pop up).

Grillo è arrivato dopo il bagno di folla del pomeriggio in piazza del Duomo a Milano: 100mila persone secondo alcuni organi di stampa, 50mila nelle stime ufficiali del Movimento 5 Stelle. E la presenza sul palco di un Dario Fo tanto commosso da paragonare quella piazza a quella della Liberazione. L’accoglienza a Monza non è stata meno calorosa, in una serata fredda ma non freddissima. Gente di tutte le età, sicuramente tanti curiosi, molte pins dell’M5S, qualche bandiera e un solo cartello ben visibile: “Sì al cambiamento vero” (ma «non per sostenere, bensì per contestare» tiene a precisare l’autore: il testo completo infatti era “No al populismo e alla demagogia, sì al cambiamento vero”, ndr).
Lui, Grillo, è partito subito forte: «Devono arrendersi e uscire con le mani alzate», ha detto riferendosi a “loro” i politici che non chiamerà mai per nome, la casta. «Sono circondati, noi siamo una comunità e in questo momento sta succedendo qualcosa, ci scambiamo dell’affetto». E poi via con i cavalli di battaglia, di un discorso già rodato da più di settanta comizi in tutta Italia: la crisi, il precariato, l’onestà nella politica, la sfilata dei soliti noti in televisione, il redditometro sui politici e un politometro per misurare i guadagni durante i mandati, i privilegi da tagliare e le spese da ridimensionare (dalle Province alle missioni di pace in Afghanistan), il reddito di cittadinanza per chi ha più bisogno, il made in Italy, le pensioni. E poi internet e i referendum propositivi senza quorum perché tutti possano essere protagonisti del nuovo progetto di cambiamento. Il politico, benché comico prestato al bene del paese, è esperto: mixa rabbia, foga, indignazione e battute (sui titoli dei giornali e la scelta della foto e delle riprese tv) che la piazza apprezza e sottolinea con applausi. I più convinti quando il discorso affronta il tema del lavoro e quando il microfono amplifica gli ormai noti, e sempre d’effetto, “tutti a casa” e “una risata li seppellirà, rideremo il 27 febbraio”.

Dopo quaranta minuti Beppe Grillo cede la scena ai candidati brianzoli alle elezioni e la tensione cala. Qualcuno decide che può bastare e lascia la piazza, che comincia a svuotarsi. I candidati non hanno lo stesso appeal del portavoce leader e l’attenzione torna a salire solo con Silvana Carcano, candidata alla presidenza della Regione, che sottolinea la preparazione del Movimento respingendo le accuse di incompetenza citando i suoi studi e con un candidato alla Camera: ha 28 anni e fa l’idraulico. E la piazza applaude come se avesse già vinto. C’è tempo per un appello finale, per i ringraziamenti ai volontari che hanno allestito gratuitamente il palco e i gazebo, e per chi gira alla ricerca di donazioni. Poi è il momento delle foto ricordo e degli abbracci e dei messaggi personali che in tanti voglioni recapitare al capo: Grillo scende dal palco e ascolta, si ferma, interagisce, si guarda intorno e cerca di rispondere a ogni domanda. Com’è andata? «Andremo a votare, forse sbaglieremo… Io ci credo»; Ce la fai? «Ce la facciamo, ce la faremo. Ci troviamo il 26 per la risata». Poi la porta si chiude e il camper riparte. Domani è un altro giorno e ci sono altre piazze da riempire.