Limbiate, crisi alla Domus Messi i sigilli ai macchinari

Limbiate – Epilogo atteso, e forse inevitabile, per la Domus Technology. La vicenda del sito produttivo di via Marconi, iniziata più di sei mesi fa con la chiusura dei cancelli della legatoria, lasciando sulla soglia della proprietà i 37 dipendenti, è all’approvazione dell’istanza di fallimento da parte dell’autorità giudiziaria. I lavoratori, infatti, dopo aver visto sfumare l’ipotesi di un concordato preventivo, con il riassorbimento da parte di una nuova società di un ramo aziendale, avevano presentato unanimi l’istanza di fallimento, accolta dal tribunale. Venerdì scorso, infatti, i carabinieri al fianco dell’ufficiale giudiziario e del curatore fallimentare si sono recati nello stabilimento di via Marconi per apporre i sigilli ai macchinari. Un atto che pone la parola fine sull’attività della legatoria. «In questi mesi la nostra vita è stata un inferno- sono le parole che esprimono la delusione di Anita Argiuolo, rappresentante della Rsa della Domus- e anche le istituzioni ci hanno lasciato soli con il nostro dramma».

Il riferimento è alla promessa, in un incontro che aveva visto sedersi attorno al tavolo i rappresentanti dei sindacati, dei dipendenti e delle istituzioni, con Comune e Provincia di Monza e Brianza, di attivare un bando per tre posti di lavoro socialmente utili. Una disperazione accentuata ancora di più dall’assenza di prospettive di assunzione lavorativa in altre realtà. L’approdo agli ammortizzatori sociali è una misura utilizzata da più realtà economiche del territorio, a partire, più recentemente dalla Atem Servizi Integrati di via Varese. «Se per la Cavenaghi e Ridolfi- spiega invece Mauro Fioraso della Fiom- la prospettiva appare migliore, in quanto, con il termine del ciclo di cassa integrazione ordinaria, si spera di essere riusciti a traghettare indenne l’azienda oltre al periodo di difficoltà, per la Ostelectric prosegue la cassa integrazione in deroga a rotazione».

Ileana Brioschi