L’ex ministro Maroni a Lissoneper sostenere Daniela Ronchi

E' l'ex ministro degli Interni Roberto Maroni ad inaugurare la campagna elettorale della Lega Nord di Lissone: ieri incontro pubblico con la cittadinanza in Largo Salvadori, a sostegno del candidato sindaco Daniela Ronchi, attuale assessore alla cultura.
L’ex ministro Maroni a Lissoneper sostenere Daniela Ronchi

Lissone – E’ l’ex ministro degli Interni Roberto Maroni ad inaugurare la campagna elettorale della Lega Nord di Lissone che ieri sera, venerdì, ha registrato la visita in città dell’esponente del Carroccio per l’incontro pubblico con la cittadinanza in Largo Salvadori, a sostegno del candidato sindaco Daniela Ronchi, attuale assessore alla cultura. Di fatto, il primo big politico ad arrivare a Lissone, Comune atteso dalle elezioni amministrative di maggio. Accolto dall’onorevole Fabio Meroni, dal segretario provinciale Dionigi Canobbio e dal sindaco Ambrogio Fossati, Roberto Maroni ha salutato i sostenitori intervenuti in centro città non risparmiando severe critiche al premier Monti e agli ex alleati del PdL che sostengono il governo tecnico.

“Finora abbiamo visto solo tasse, tasse, tasse” ha dichiarato Maroni sul palco “e il governo prende misure che stanno all’opposto del Federalismo e di cose che noi abbiamo fatto e che erano a favore dei sindaci e della comunità. Due cose in particolare: la reintroduzione dell’imposta sulla casa, e ha portato via i soldi che stanno nelle tesorerie dei Comuni. E’ una rapina”. L’ex Ministro ha poi ricordato la sua attività di governo a favore della sicurezza, bocciando la linea degli ex alleati parlamentari del PdL “chiediamo ai candidati sindaci del PdL se sono d’accordo con i loro parlamentari che a Roma votano a favore di un governo che mette in difficoltà le famiglie, i cittadini e i sindaci”.

Lega Nord a Lissone si candidata con l’appoggio di due liste civiche. “Soli come partito ma con l’appoggio della gente e ciò che non cambia sono gli ideali” ha spiegato Canobbio prima che l’onorevole Fabio Meroni, stuzzicasse la platea nella quale erano presenti esponenti del PdL e avversari in campagna elettorale.

“Sembra di essere tornati al passato, anche oggi vediamo che i nostri manifesti vengono strappati e i volantini buttati nei cestini. Perché? Perché la Lega fa paura? Perché difendiamo i lavoratori contro il governo centralista”. Meroni fa salire sul palco un giovane di 35 anni. “Vedete, è il figlio del presidente di uno società sportiva ed è stato raggiunto da telefonate che lo invitavano a non far parte della nostra coalizione. Noi non abbiamo bisogno di ricattare, noi ci mettiamo la faccia”.
e.p.