Lesmo – C’è un nuovo spiraglio per la vicenda Yamaha. Nell’incontro di venerdì tenuto in provincia tra l’azienda, i manifestanti cassaintegrati, i delegati RSU, i sindacati e il primo cittadino lesmese Marco Desiderati coordinati dal presidente di Monza e Brianza Dario Allevi sembra che ci sia la possibilità di mettere la parola fine alla questione.”Le istituzioni hanno fatto richiesta alla società nipponica di proporre un percorso di ricollocamento per i cassaintegrati – ha dichiarato il segretario Fim Cisl di Monza e Brianza Gigi Redaelli – ora vi sarà una pausa di riflessione di tutte le parti in causa per ritrovarci tra 10 o 15 giorni e vedere i progressi. Questo è sicuramente un primo passo e una strada percorribile ora tocca all’azienda.”
Durante il meeting durato circa un’ora e mezza si è fatto anche riferimento ai famosi 7 milioni di euro circa messi a bilancio da Yamaha nel 2009 come accantonamento che i lavoratori vorrebbero almeno in parte. Sull’argomento Allevi ha chiesto all’azienda di non rispondere e di dare semmai risorse aggiuntive perché il ricollocamento della forza lavora possa avvenire più velocemente. “Sono ottimista e ho visto una certa apertura da parte di Yamaha – ha dichiarato lo stesso presidente della provincia – ci dovremo rivedere tra un paio di settimane e ribadisco che il nostro obiettivo è poter dare una nuova occupazione a tutti i cassaintegrati magari con un aiuto da parte di Yamaha. Non possiamo invece in quanto istituzioni trattare il tema dell’accantonamento della stessa impresa.”
Intanto il presidio permanente che va avanti dallo scorso 13 dicembre continua imperterrito. “Noi non ce ne andiamo – ha spiegato il delegato RSU Angelo Caprotti – sfrutteremo questi giorni di pausa per riflettere come tutti.” Se in Italia la Yamaha ha chiuso i battenti per quanto concerne la produzione, una situazione diversa la stanno vivendo i colleghi del sito spagnolo della società dei 3 diapason. Infatti sebbene inizialmente lo stabile che sorge a Palau Solita i Plegamans vicino a Barcellona doveva chiudere a giugno con il conseguente spostamento della produzione nel nord della Francia a Saint-Quentin e il licenziamento di circa 400 persone, le cose sembrano cambiate. “Abbiamo fatto desistere la dirigenza di Yamaha nella loro decisione di chiusura della produzione del sito spagnolo. – hanno spiegato i lavoratori iberici in una lettera -Infatti c’è uno spiraglio nella legge lavorativa spagnola per evitare la chiusura di una azienda con “profitti” e con ordini per la produzione di veicoli.”
Michele Boni