Lentate, troppe famiglie moroseIn 241 non pagano bus e mensa

Lentate sul Seveso – In paese scoppia il caso evasione per il mancato pagamento dei servizi trasporto e mensa scolastica, accompagnato da un dato preoccupante: dei 1.200 bambini che ogni giorno usufruiscono del bus o del pasto a mezzogiorno, in 241 sono morosi per un buco nelle casse comunali di poco inferiore ai 13mila e cinquecento euro. Una situazione che si trascina da settembre, in alcuni casi da anni, e a fine aprile porterà a una drastica soluzione: chi non paga, non mangia o resta a piedi. Un precedente eclatante è quello di Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, dove il marzo scorso nove alunni si sono ritrovati a tavola pane e acqua, invece del lauto pranzo servito ai compagni.

«Piena solidarietà al sindaco di Montecchio (Lega Nord) – sottolinea l’assessore alla pubblica istruzione di Lentate Patrizia Del Pero, Lega Nord, che ha deciso di prendere il drastico provvedimento – ma noi non daremo pane e acqua, le famiglie che non avranno saldato il debito, non potranno accedere ai servizi. L’alternativa? La classica schiscetta o portare il bimbo a casa a mangiare». La decisione era nell’aria da tempo: «La giunta comunale è composta da diversi esponenti, ognuno ha le sue idee, ma alla fine si è deciso d’imboccare questa strada per due ragioni: non possiamo sopportare un debito di quasi 13mila e 500 euro e ancora ci sono utenti che rinunciano al superfluo pur di soddisfare le necessità dei loro bambini, altri invece hanno priorità diverse, ma non per questo deve pagare il comune». Così a settembre direttamente l’assessore Del Pero ha impugnato la cornetta del telefono e ha chiamato uno a uno i 244 morosi.

«L’esito? Disastroso. Soltanto in tre hanno risposto alla sollecitazione, sono venuti in ufficio e abbiamo formalizzato una rateizzazione ad hoc, gli altri hanno fatto orecchie da mercante». Sono così scattate una, due lettere: «Inviti a saldare il debito, ma non abbiamo ottenuto nulla, anzi in alcuni casi non hanno nemmeno ritirato la raccomandata e così ieri (venerdì 16 aprile ndg.) ecco l’ultima decisione, una lettera in cui citiamo l’articolo 9 del “Piano di diritto allo studio” (dove in caso di morosità è prevista la sospensione del servizio ndg.) e la delibera di giunta di fine marzo, che ci danno forza nel rivendicare il pagamento del debito entro dieci giorni, in pratica fine aprile, altrimenti il figlio o la figlia non potranno mangiare il pasto servito alla mensa o salire sul pullman». Nella maggior parte dei casi la somma da saldare è minima, ma ci sono 65 situazioni dove l’importo dovuto supera i 60 euro e una famiglia ne deve addirittura più di 500.
Cristina Marzorati