Monza – Entra nel vivo l’inchiesta sul disastro ambientale che ha portato tonnellate di gasolio nel Lambro. Da stamattina nella caserma dei carabinieri di Monza gli inquirenti stanno ascoltando come testimoni i dipendenti della Lombarda Petroli, l’azienda di Villasanta dalle cui cisterne sono fuoriusciti gli idrocarburi che hanno inquinato le acque del fiume brianzolo, arrivando fino al Po. In tutto devono essere sentite dieci persone, cinque ancora alle dipendenze dell’azienda, cinque in mobilità. Tra queste anche il custode che la notte tra lunedì e martedì scorso era in servizio. Proprio quello dei controlli da effettuare sull’impianto è uno dei punti da chiarire. L’ultimo sarebbe stato fatto alle 3.30 ma forse prima dell’arrivo degli altri dipendenti, alle 8 della mattina, ne doveva essere fatto un altro. Se così fosse stato la marea nera poteva essere fermata prima. Il fatto che le cisterne contenessero più gasolio di quello che risultava ufficialmente e lo stato pietoso dell’impianto di sicurezza sono sostanzialmente i motivi che hanno portato gli investigatori a indagare Giuseppe Tagliabue, titolare dell’azienda.