La nuova vita in barca di FabioSkipper tra Los Roques e Panama

Fabio Brunazzi, classe 1981, oggi è skipper dall'altra parte del mondo. Prima la sua vita professionale procedeva con una laurea in psicologia e due anni di attività nell'ambito della psicologia del lavoro. Poi, nel 2009, la svolta. Ora vive su una barca. Con la sua Kate.
La nuova vita in barca di FabioSkipper tra Los Roques e Panama

Limbiate – «Prima di mettere piede su una barca non conoscevo questo mondo: è stato tutto una scoperta». Eppure, dal 2009, la navigazione e il mondo della vela sono diventate la quotidianità di Fabio Brunazzi, classe 1981, oggi skipper dall’altra parte del mondo. Negli anni precedenti, la sua vita professionale stava procedendo su un binario completamente diverso. Laurea in psicologia, due anni di attività nell’ambito della psicologia del lavoro. Poi, nel 2009, la svolta.

«Ad un certo punto ho ricevuto l’offerta di un amico- ripercorre la sua storia- che mi chiedeva di andare ad aiutarlo con la sua imbarcazione. Ho preso la palla al balzo, la vita che facevo non mi soddisfaceva pienamente e sono partito». All’inizio solo un’avventura di qualche mese, a Los Roques, in Venezuela, che poi si è trasformata in un’esperienza di vita che ormai prosegue da più di tre anni. «All’inizio è stata dura, ho dovuto imparare tutto da zero- ricorda- non mi ero mai messo alla prova con il lavoro manuale e soprattutto con la manutenzione delle barche. Poi però mi sono appassionato».
Ecco quindi, all’inizio del 2011, la frequenza di una scuola nautica a Gibilterra per l’ottenimento della qualifica di Yachtmaster offshore, il ritorno a Curacao, nei Caraibi, per il completo restauro di un’imbarcazione e infine a Panama, come capitano di una barca di 15 metri.

«A bordo di Andiamo, la barca a vela su cui lavoravo, per più di dieci mesi, dall’agosto 2011- prosegue Brunazzi- ho portato a scoprire le isole San Blas, a Panama, più di 300 persone. Ho insegnato loro cosa vuol dire andare a vela e ho cucinato per loro aragoste e tutti i frutti che questo splendido mare offre».

Il profilo dello skipper richiede una preparazione complessa. «Bisogna tener conto di diversi fattori: prima di tutto la logistica, quindi gli approvvigionamenti di cibo e i pezzi di ricambio, poi la gestione dei turisti, che devono essere accolti e intrattenuti , per sfruttare al meglio le possibilità di scoperta che un’imbarcazione offre, ma bisogna anche informare gli ospiti sulle norme di sicurezza. Vi si aggiunge tutto il settore della manutenzione: la barca deve essere sempre in perfette condizioni».

Il legame con la Brianza è però ancora saldo. «Fa sempre piacere rivedere al mio ritorno la famiglia e gli amici. Quando torno, ne approfitto sempre per andare in montagna che è sempre stata la mia passione, prima del mare». E il futuro? «In questo momento sono convinto che la mia dimensione non sia in Italia, anche se non escludo possa diventarlo in futuro. Ho voglia di conoscere nuovi posti e nuove persone, una vita un po’ nomade. Altrove non ho gabbie culturali, mentre in Italia ne risento». E se dovessimo proprio trovare qualcosa che manca nei paradisi oltreoceano del Belpaese? «Sicuramente il formaggio: la produzione italiana è imbattibile». Ma è pronto a rinunciarci in vista di un nuovo progetto: il restauro di una piccola imbarcazione appena acquistata alla volta dei Caraibi.
Ileana Brioschi