Monza– Da un problema all’altro. La Cgil nel corso dell’affollata assemblea straordinaria del 2 aprile ha indicato in circa tremila gli esodati di Monza e Brianza. Si tratta dei lavoratori che hanno lasciato il posto in cambio dell’accompagnamento alla pensione che stanno vivendo questa difficile situazione.
Segnali preoccupanti per il mercato del lavoro nel primo trimestre del 2012. È quanto emerge dai dati presentati lunedì 2 aprile da Cisl Brianza, con le criticità più significative che derivano in modo particolare da indennità di mobilità, cassa integrazione ordinaria e straordinaria oltre che dalle dichiarazioni di disponibilità al lavoro. Per quanto riguarda l’indennità, si è registrato un aumento di oltre il 28% di quella ordinaria rispetto al 2011, che presumibilmente andrà al 30% nelle tre giornate di fine marzo. Su Cigo e Cigs, ad oggi non esistono ancora per la Brianza dati dell’Inps che scorporano le ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria da Milano, il dato è quindi complessivo: non ci sono ancora i dati sull’ordinaria, ma il dato preoccupante sulla straordinaria è l’aumento delle aziende con sospensioni del lavoro +45,2% e dei lavoratori del +84,2%. Infine le dichiarazioni di disponibilità al lavoro: il segnale preoccupante è che rispetto al totale del 2011 siamo già, nel primo trimestre, al 35,44%. Considerando che nel primo trimestre del 2011 le dichiarazioni erano state 4.192, l’aumento è ben del 40%. «Nonostante in Brianza la crisi non stia colpendo tutti i settori allo stesso modo – ha spiegato Rita Pavan della segreteria di Cisl Brianza – tutti gli indicatori economici continuano a dare segnali critici: non solo non abbiamo elementi che nel nostro territorio, come del resto altrove, si stia superando la crisi, al contrario gli indicatori economici presentano elementi di criticità per quanto riguarda il lavoro».
L. Sca.
La Cgil: 3mila esodati in BrianzaLa Cisl: boom di cassa e mobilità
Per la Cgil tanti sarebbero i monzesi che hanno lasciato il posto per essere accompagnati alla pensione che ora si ritrovano senza certezze. La Cisl ha raccolto numeri preoccupanti relativi al primo trimestre 2012