Per l’album nuovo c’è da aspettare fino al 17 aprile, ma la provocazione è arrivata già dal titolo: “Padania”. Gli Afterhours tornano in pista, a quattro anni dall’ultimo lavoro in studio e totalmente autoprodotti. E con un titolo che dalla mezzanotte di mercoledì – da quando è stato rivelato sulla pagina facebook di XL di Repubblica – sta facendo discutere chi pensa a uno scherzo, chi si fida ciecamente, chi è proprio contrario. Perché fa riferimento a un non-luogo geografico (per tanti) che negli ultimi anni (per tanti altri) ha assunto una precisa connotazione politica. Ma, nell’accezione degli Afterhours, assume un senso molto più ampio.
«Padania è uno stato mentale – dice Manuel Agnelli sul sito ufficiale del gruppo – non ha confini geografici, è uno stato della mente e dell’anima. È il nome che meglio rappresenta la disperazione di uomini che sanno di poter avere tutto tranne che se stessi. È una corsa impazzita ad occhi chiusi sperando di arrivare più lontano possibile da quello che non vogliamo sapere di essere. È la forza oscura che ti spinge a diventare quello che non sei. La canzone parla di una persona che vuole cambiare la propria vita e il proprio destino (come la maggior parte di tutti noi), perché crede che ci debba essere qualcosa di più del destino e della fortuna. È un desiderio così forte che diventa un’ossessione e questa ossessione diventa una maledizione, che la porta a vincere tutte le sue battaglie ma a dimenticarsi del perché sta combattendo. A realizzare tutto. Tranne che se stesso».
Il decimo album in studio della band milanese è anticipato dal video “La tempesta è in arrivo” visibile dall’1 marzo e sigla di testa della miniserie Faccia d’angelo sulla Mala del Brenta (12 e 19 marzo su Sky Cinema). E dal cd “Meet some freaks on Route 66”, una tracklist registrata tra ottobre e novembre negli Stati Uniti (lungo la Route 66, appunto) e allegata a XL di marzo. Otto tracce ruvide e graffianti già dalle prime note di E’ solo febbre. Il nuovo tour partirà a giugno 2012.
Chiara Pederzoli