Monza – La Lombardia è scesa sotto la soglia psicologica del milione di ettari di territorio agricolo disponibile. Il dato emerge dall’ultimo censimento 2011 sulle aree rurali ed è stato diffuso giovedì a Milano durante la presentazione del rapporto Ersaf sul consumo di suolo. «Siamo scesi a quota 984 mila ettari» conferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Giulio De Capitani. Intanto su 1.544 comuni lombardi solo il 40% ha un piano di governo del territorio.
«I nuovi Pgt – spiega Ettore Prandini, vice presidente regionale della Coldiretti Lombardia – avrebbero dovuto prevedere la salvaguardia del territorio agricolo di particolar pregio, ma non sta avvenendo. E’ un dato preoccupante. Il consumo di suolo sta aumentando e non è giustificato né dal punto vista residenziale nè produttivo, perché questi terreni sono stati spesso occupati da case invendute o da capannoni vuoti e questo ci deve far riflettere sull’utilità di tante costruzioni in aree che non potranno poi più essere recuperare all’utilizzo agricolo e ambientale».
Anche perché sul totale delle superfici consumate, i due terzi riguardano proprio quelle più fertili. Con un impatto, spiega la Coldiretti regionale, sia sulla produzione alimentare che sulla difesa ambientale: ogni anno in Lombardia si perde una potenzialità di produzione pari a 27 mila tonnellate di grano e si riduce di 850 mila tonnellate la capacità del terreno di immagazzinare anidride carbonica che così, in parte, finisce nell’aria che respiriamo. Inoltre il consumo di suolo ha effetti sul clima e sull’evaporazione delle acque, causando l’accumulo in atmosfera di un’energia pari a 5-6 milioni di chilowattora ogni anno (l’energia necessaria al funzionamento di quasi 20 milioni di frigoriferi).
Negli ultimi dieci anni – spiega Ersaf – le province che hanno subito di più l’assalto al suolo sono state Lodi, Mantova e Cremona. Mentre il resto del territorio (Milano e la Brianza, Bergamo e Brescia, Varese, Como e Sondrio) era stato già stato colpito in periodi precedenti. E adesso, conclude la Coldiretti Lombardia, c’è anche la spada di Damocle delle grandi autostrade progettate o in costruzione: dalla Pedemontana alla Brebemi fino alle nuove tangenziali milanesi.