Il candidato fa la differenzaBoom per Maroni e Ambrosoli

Dalla Camera alle Regionali: ecco come in provincia di Monza si sono spostate le preferenze per i candidati a governare la Lombardia. L'esponente di Grillo perde consensi rispetto al voto per Montecitorio e lascia agli altri quasi 31mila voti
Il candidato fa la differenzaBoom per Maroni e Ambrosoli

Monza La verità dei numeri dicono che la corsa alla Regione ha visto il primo e secondo classificato capaci di intercettare voti altrui e di andare ben oltre le forze espresse dalla coalizione di appartenenza. Roberto Maroni per il centrodestra eletto nuovo governatore, e lo sconfitto Umberto Ambrosoli del centrosinistra hanno rastrellato una serie di preferenze personali particolarmente importanti. Lo stesso non può dire il candidato dei Cinque Stelle di Beppe Grillo. Silvana Carcano, se è vero che ha aumentato di 1.052 voti i 75.255 raccolti in Brianza dal movimento, è altrettanto certo che ha lasciato sul campo 30.910 dei 107.217 voti che il movimento ha raccolto nella stessa zona, ma alla Camera, e quasi lo stesso numero di votanti: 528.683 per Milano e 528.400 per Roma. E a proposito del capoluogo lombardo c’è chi ha fatto peggio, come l’ex sindaco Gabriele Albertini che alla fine dell’ultima scheda scrutinata si è ritrovato con 20.856 voti, 30.018 in meno di quelli racimolati da Monti nello stesso territorio. Evidentemente i proclami di voto disgiunto arrivati da appartenenti allo stesso schieramento politico hanno sortito l’effetto desiderato.
Così la differenza l’hanno fatta i big in corsa per il Pirellone. Il riferimento è sempre alla provincia di Monza dove Roberto Maroni, ad esempio, ha portato a casa almeno 10.937 voti tutti suoi in aggiunta ai 205.175 delle liste, e soprattutto ha portato la coalizione di centrodestra ad aggiungere 37.004 preferenze alle 179.108 contate alla Camera. Un gran colpo, senza dubbio, che dovrebbe fare riflettere il Pdl: come è possibile che i 109.770 voti per Montecitorio siano diventati 87.052 alle regionali? Anche qui la risposta c’è. Una parte dei 22.718 voti ‘persi’ dal Pdl sono andati sempre al centrodestra ma alla lista Maroni presidente, altra pensata azzeccata dal nei governatore. Una ‘civica’ che ha raccolto qualcosa come 49.025 preferenze nella sola Brianza, appena settemila in meno della Lega con tanto di spadone e Padania sul logo. E pazienza se la procura di Monza ha avviato una inchiesta per fare luce sul sospetto di firme false a sostegno della lista. Senza dimenticare che in Lombardia Maroni ha ottenuto quasi 410 mila voti in più rispetto a quelli della coalizione alla Camera.
In questo caso, Umberto Ambrosoli del centrosinistra, ha fatto addirittura meglio, smentendo con i numeri chi ha espresso qualche perplessità prima e dopo il voto. L’esponente della cosiddetta società civile, al di là del risultato finale sotto gli occhi di tutti, ha raccolto in tutta la Lombardia 579.711 voti in più rispetto a quelli del centrosinistra alla Camera. E anche il focus sulla provincia di Monza conferma la tendenza. Se per Roma Bersani e amici si sono fermati a 141.121 preferenze, in Lombardia Ambrosoli ha portato i partiti a 177.845 voti e poi ne ha messi altri 15.196 personali. Il candidato del centrosinistra ha azzeccato a sua volta anche la civica ‘Ambrosoli presidente’ premiata con 29.594 voti arrivati un po’ di qua (il Pd ne ha persi 4.321 da un voto all’altro, Sel quasi tremila) e un po’ di là (Grillo? Albertini?). Comunque lo si legga, una gran corsa.
Che il voto a Monza città ha confermato. Maroni infatti ha portato a 27.150 i voti del centrodestra nel quale, all’ombra del Duomo, si è addirittura assistito al sorpasso clamoroso della lista Maroni presidente (6.542 preferenze) a danno della Lega Nord, ferma a 5.905 voti. Il centrodestra di Berlusconi, in città si è fermato a 2.350 voti alla Camera. Ambrosoli ha addirittura vinto la sfida con il 43,06% pari a 30.696 voti, 8.810 in più di quelli ottenuti da Bersani per la Camera.