Monza– «Piano con gli entusiasmi sull’Ikea. Non è tutto oro quel che luccica» sbotta Walter Mariani, presidente dell’Unione Artigiani di Monza. «La scelta del gruppo svedese di produrre nel nostro Paese premia il made in Italy rilancia Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato. Posizioni che sembrano distanti, che fanno seguito alla decisione di Ikea di produrre in Italia e di affidare commesse per un miliardo a 24 nuovi fornitori che prenderanno il posto di fornitori asiatici. Le nuove commesse si concentreranno soprattutto in Piemonte, ma il 26% è previsto in Lombardia. E poiché la provincia di Monza con le sue 1.761 attività che si occupano di fabbricazione di mobili è la più importante d’Italia (la quota è pari al 6,9% che distanzia di due punti Verona che è la seconda in classifica), ha più di una ragione per stare con le orecchie e gli occhi bene aperti.
Non è un caso che il tema sarà affrontato anche al Salone del Mobile in programma dal 17 al 22 aprile alla Fiera di Rho-Pero. Sergio Colombo, neo responsabile del settore Legno di Confindustria Monza, non ha dubbi: «Meglio essere fornitori che stare a guardare». Un concetto esplicito sul quale il presidente dell’Unione Artigiani di Monza, Walter Mariani, avanza più di una perplessità. «I numeri di questo accordo rendono l’argomento quasi indiscutibile – commenta Mariani – anche se la scelta di Ikea suscita riserve e qualche preoccupazione. Fare concorrenza alla Cina sul piano dei prezzi per fornire da terzista un colossa straniero potrebbe riservare nel lungo periodo cattive sorprese. Perdita di identità del brand made in Italy in uno dei settori in cui la Brianza in particolare è riconosciuta come leader mondiale, e concorrenza ai Paesi in via di sviluppo sulle politiche dei costi, potrebbero rappresentare il conto finale, e irrecuperabile, di queste operazioni»».
Ikea divide gli artigiani«Rischiamo l’identità»
Alla vigilia del Salone del mobile, l'Unione Artigiani di Monza manifesta più di una perplessità sull'intenzione degli svedesi di scegliere le imprese lombarde tra i fornitori. Per Confartigianato «scelta che premia la qualità del made in Italy»