Monza – Le ultime dal pianeta Morgan dicono che Marco Castoldi a giorni dovrebbe avere la sua seconda figlia. Femmina, come Anna Lou, che ha avuto con Asia Argento ma poi si sa, le cose non sono andate bene – inutile stare ancora a parlarne. La seconda figlia sarà sua e di Jessica Mazzoli, concorrente di X Factor nel 2011. Blu, la vorrebbe chiamare lui, per dare retta alla stampa fronte gossip. Sardigne, sarda come lei, il nome scelto dalla compagna. Chissà. Di certo c’è solo che lui, Marco Castoldi in arte Morgan, qualche giorno fa ha compiuto i venerandi quarant’anni, il 23 dicembre. E tra quel giorno del 1972 e oggi – come dire – ce n’è.
Di certo come i suoi quarant’anni ci sono soltanto i sentimenti che suscita. Inutile fare gli indifferenti: lui, Morgan, o lo odiate o lo amate. E chi lo odia lo fa parecchio, chi lo ama, be’, alla follia. A Marco Castoldi, c’è da credere, piacciono di più i primi. O almeno è quello che volentieri lascerebbe intendere.
Tutto al condizionale, nessuna alternativa: nei giorni scorsi porte sbarrate a qualsiasi intervista, date annullate, tutto per Jessica e Blu-Sardigne. E quindi non resta che raccontarlo, proprio mentre le vie del centro di Monza si riempiono di luci e di Natale, con un po’ di musica diffusa qua e là, come quell’anno, chissà qual era, in cui i commercianti gli avevano commissionato la play list del cuore cittadino, che rimbalzava di altoparlante in altoparlante attorno all’arengario. Vero o leggenda? C’è chi è disposto a giurarlo, come una mano sul cuore si metterebbero per riempire una serata di aneddoti più o meno credibili quanti hanno incrociato la sua vita, soprattutto negli anni del liceo classico Zucchi, o là attorno.
In fondo tutto è nato lì, negli anni in cui ha conosciuto Andrea Fumagalli, altro monzese come lui è monzese di Muggiò. Insieme hanno creato prima i Golden Age (e il primo disco, “Chains”, cinquanta minuti di new wave pubblicati dalla Mercury nel 1989), poi i Bluvertigo. Succede perché il disco non va granché bene, non almeno quanto avrebbero voluto, e allora Morgan ed Andy da una parte, la chitarra di Fabiano Villa da un’altra (i Rapsodia). I primi incontrano Marco Pancaldi e Stefano Panceri, chitarre e batteria, e per dieci anni i Bluvertigo (anche quando Pancaldi lascia e al suo posto arriva Livio Magnini) segnano la rotta italiana della musica elettronica, tra new wave, alternative, pop. Che chi è venuto dopo, spesso, ne ha fatto anche di più e meglio, come i Subsonica a Torino, ma insomma loro sono arrivati prima. E allora Iodio, Acidi e basi, Metallo non metallo, Zero, pubblicati progressivamente nel ‘94, ‘95, ‘97 e 1999. Poi, dal 2001, ciascuno per la sua strada, mettendo nel freezer i Bluvertigo che poi torneranno a suonare insieme dal 2008.
Nei dieci anni dopo il congelamento del gruppo c’è un po’ di tutto. Ci sono gli album solisti, come Canzoni dell’appartamento e Da A ad A e tre lavori omaggio al cantautorato italiano. C’è la relazione naufragata nel peggio con Asia Argento. Le collaborazioni con altri musicisti, uno tra gli altri Franco Battiato. C’è la sua metamorfosi chissà quanto definitiva in un personaggio televisivo, soprattutto per X Factor, traslocandosi dalla Rai a Sky dalla prima alla sesta edizione, quella appena conclusa, in cui una delle sue artiste (Chiara) ha vinto, così come avevano fatto altri due negli ultimi due anni.
E poi c’è quella maledetta intervista alla rivista Max due anni fa, quando stava per andare a Sanremo con un suo pezzo e invece si è messo a parlare di droghe, non troppe male: quanto gli è bastato per giocarsi la partecipazione al festival della canzone italiana in una mareggiata di polemiche. Chissà mai che non volesse quello in fondo, e che un po’ di clamore prima non sia valso di più che una figura magari mediocre poi.
E infine adesso c’è Blu-Sardigne, dicono i giornali di gossip, o comunque si chiamerà la bambina che dovrebbe nascere a giorni, ore, minuti. Non è un regalo da poco, per i suoi quarant’anni.
Massimiliano Rossin