Monza – Fallimenti e bancarotte sono una sciagura per creditori e lavoratori delle aziende che cessano l’attività, ma non chiudono la porta al recupero di somme sottratte alle società in questione. Difficile stabilire, come cifre, quanto il lavoro della Procura sui crack delle aziende brianzole incida da questo punto di vista, anche perchè non bisogna calcolare solo soldi e beni bloccati nel corso delle indagini, ma anche il danaro che gli imprenditori colti con le mani nel sacco sono pronti a versare in sede di udienza preliminare per riuscire a ottenere un patteggiamento e ridurre la condanna.
«Il valore aggiunto del nostro lavoro -dice il pm Walter Mapelli- è dato dalla sollecitazione nei confronti degli imprenditori che risarciscono per limitare i danni nel processo». Una pratica, questa, abbastanza diffusa nei procedimenti di questo genere e che permette, appunto di recuperare cifre che vanno ad alleviare le perdite dei creditori. Le somme che girano nelle vicende di bancarotta, d’altra parte, sono piuttosto consistenti, nell’ordine dei milioni di euro. E anche senza scomodare i patteggiamenti, i pm hanno recuperato, grazie alle loro indagini, cifre di una certa consistenza.
Per il caso Algol, ad esempio, società che commercializzava personal computer e materiale informatico al centro di una sorta di intrigo internazionale, sono stati recuperati 2 milioni, per il fallimento Mit grazie a un sequestro di un immobile e dei crediti il fallimento ha recuperato 2,5 milioni con una transazione. Stessa cosa per quanto riguarda un altro fascicolo in fase di indagini preliminari, quello sulla Santo Stefano immobiliare di Monza. Qui è stato sottoposto a sequestro preventivo un immobile del valore di oltre 700mila euro e che era stato venduto per soli 310mila euro: potrebbe venire acquisito al patrimonio del fallimento. Insomma, i casi di risultati positivi ottenuti grazie ale inchieste non mancano: il più eclatante per bancarotta negli ultimi anni è stato forse quello della Bburago, l’azienda brianzola di giocattoli nota in tutto il mondo per i modellini delle macchine. Anche qui la Procura ha recuperato diversi milioni di euro.