Gli ambientalisti: aree di diossinanei terreni della Pedemontana?

Critici sul futuro di Pedemontana, ma per motivi diversi. I primi cittadini  della tratta B2 sono preoccupati per i milioni stanziati per le compensazioni, gli ambientalisti, di contro, sono invece fortemente preoccupati per la salute dei cittadini.
Gli ambientalisti: aree di diossinanei terreni della Pedemontana?

Cesano Maderno – Critici sul futuro di Pedemontana, ma per motivi diversi. I sindaci della tratta B2 sono preoccupati perché temono di non vedere più neppure un centesimo di quei 60 milioni che proprio Pedemontana aveva destinato loro per le opere compensative, gli ambientalisti, di contro, sono fortemente (e non lo dicono da ora) preoccupati per la salute dei cittadini.

All’indomani della conferenza stampa indetta appunto dai primi cittadini sulla questione Pedemontana, anche Legambiente di Seveso, il WWF delle Groane e Sinistra e Ambiente di Meda, aderenti al coordinamento di “Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile”, lanciano un appello proprio ai sindaci: «Ben venga una posizione chiara dei sindaci – ha affermato Gemma Beretta, presidente del Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso – Purtroppo però il loro documento non menziona e non chiede conto di un dettaglio tutt’altro che trascurabile: l’obbligo per Pedemontana di verificare lo stato di contaminazione da diossina dei terreni».

Le fa eco anche Alberto Colombo, esponente di Sinistra e Ambiente di Meda: «L’approfondimento è necessario oltreché obbligato anche perché i rilievi Arpa del 2008 già confermavano quelli del Jcr di Ispra del 1997 e del 1999 e segnalavano la presenza di forti concentrazioni di diossina, oltre i limiti di legge non solo nella zona A, attualmente sede del Bosco delle Querce, ma anche nella zona B e di rispetto R, dove sono previsti svincoli, opere complementari e strade di viabilità accessoria. E’ singolare quindi che non si chieda, anche coinvolgendo l’Arpa, se sia stata effettuata e con quali metodologie e risultati, la campagna di rilevamenti approfonditi proprio nei Comuni della tratta».

Più tranciante è invece Gianni Del Pero, WWF: «Qualora si realizzi l’autostrada Pedemontana, con il suo passaggio in zone contaminate, per un adeguato lavoro di bonifica e di tutela della salute dei cittadini e degli operatori, non basterebbero i 60 milioni di euro prospettati da Pedemontana per le opere viabilistiche e le compensazioni ambientali. I sindaci mancano di chiedere proprio questo a Pedemontana, cioè che si faccia carico anche di questi costi aggiuntivi».
Ivan Bavuso